Un no che arriva ma che non piace. E’ stato respinto (15 voti contrari, 10 a favore e 1 astensione, l’ordine del giorno a firma dei consiglieri del Pd Bori, Bistocchi, Mencaroni e Mori sulla trascrizione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso contratti all’estero. Un diritto attribuito dalle norme internazionali ai matrimoni celebrati all’estero tra cittadini italiani, ovvero tra italiani e stranieri, mediata validità. “Il centro destra – commenta l’opposizione in una nota – sceglie di respingere, per la seconda volta, la richiesta di trascrizione dell’atto di matrimonio celebrato all’estero tra cittadini italiani dello stesso sesso”.
“Il nostro Paese è stato per decenni in ritardo – ha spiegato Bori- essendo anche condannato dall’Ue per questo“. Diverse le sentenze giurisprudenziali a sostegno della tesi, come la sentenza della Corte di Cassazione n. 4184/12 secondo cui “la trascrizione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso, celebrati all’estero, non è contraria all’ordine pubblico”. Matrimoni che hanno però trovato conferma e validità in numerosi comuni d’Italia, come Roma, Milano, Napoli, Bologna e i cui sindaci hanno provveduto a trascrivere i matrimoni contratti all’estero tra persone delle stesso sesso.
Bori ha inoltre ricordato anche che una coppia omosessuale perugina di recente ha fatto richiesta al sindaco per ottenere il riconoscimento del proprio matrimonio all’estero, sul quale purtroppo c’è stato il diniego dell’amministrazione, al contrario di quanto accaduto in altre città italiane. Gli stessi giudici a cui gli stessi avevano fatto ricorso, proprio qualche giorno fa, hanno sospeso il giudizio in attesa della legge nazionale, auspicando una conclusione intendi brevi.
Una questione di civiltà, insomma, che va oltre gli schieramenti politici e che è già attuata in molti altri paesi europei. “L’unica valutazione che lo stato italiano dovrebbe fare dei matrimoni contratti all’estero – trattandosi di trascrizione- dovrebbe essere solo relativa all’eventuale contrarietà all’ordine pubblico – ha precisato il consigliere Rosetti del Movimento 5 Stelle – cosa che gli stessi esperti affermano non sussistere. Non si tratta, dunque, di una scelta di carattere ideologico, ma normativo, che dovrebbe prescindere da valutazioni di merito, ma andare a regolamentare un fenomeno, proprio al fine di evitare che siano i fenomeni stessi a governarci. Se lo neghiamo andiamo a effettuare una oggettiva discriminazione nei confronti dei cittadini di sesso diverso, che contraggono matrimonio all’estero”. Sulla trascrizione del matrimonio, secondoil consigliere Numerini, il pronunciamento del sindaco è stato giusto e fondato sulla norma, come è stato confermato anche dal Tar del Lazio e dal Consiglio di stato, che hanno affermato come in Italia non sia legittima la trascrizione dei matrimoni omosessuali perché uno dei requisiti fondamentali del matrimonio nel nostro ordinamento è proprio la diversità di sesso.
Sì al riconoscimento. Ma se da da una parte arriva una bocciatura, c’è invece soddisfazione per l’approvazione a maggioranza dell’ordine del giorno sul “Riconoscimento e tutela delle coppie formate da persone dello stesso”, con cui si impegna il Comune di Perugia ad invitare il Parlamento a legiferare in materia, anche sulla scia dell’approvazione alla Camera dei Deputati del Disegno di legge sulle unioni civili, in procinto di essere esaminato in Senato.
“Un importante risultato che ci vede soddisfatti solo a metà – dichiara Emidio Albertini, co-presidente di Omphalos – dal consiglio comunale della nostra città arriva un chiaro segnale al Parlamento affinché si assuma la responsabilità di colmare il vuoto di diritti per le coppie dello stesso sesso. Allo stesso tempo, il consiglio si dimostra meno coraggioso, bocciando l’impegno a trascrivere i matrimoni già contratti all’estero“.
Un’occasione persa dal centro destra, come spiegano dal Pd, “di votare compatto, facendo evidentemente prevalere logiche e dinamiche politiche interne che tradiscono ancora una mentalità retrograda e conservatrice. Serve guardare al futuro, e non al passato: ce lo chiede il Paese, ce lo chiede la città di Perugia”.