Nei giorni scorsi, gli agenti della Squadra Mobile di Perugia hanno dato esecuzione al provvedimento cautelare emesso dal G.I.P. di Perugia nei confronti di un cittadino di origine tunisina del ’72. Il provvedimento ha segnato l’epilogo di una vicenda che risale allo scorso maggio del 2016, quando una giovane donna di origine tunisina, madre di due bambini piccolissimi, dopo anni di abusi, aveva sporto denuncia nei confronti del marito.
La giovane donna raccontò ai poliziotti di come, per anni, fosse stata costretta a subire violenze da parte del marito, palesatasi fin da poco dopo il matrimonio ed incrementatasi già in concomitanza della prima gravidanza: fin da subito costretta a vivere segregata in casa, non aveva la possibilità di uscire, né per fare la spesa né per altre esigenze personali. Per scongiurare qualsiasi proposito di fuga della consorte, inoltre, il tunisino aveva provveduto a nascondere i passaporti della donna e dei suoi bambini.
La brutalità del marito-padrone sarebbe giunta addirittura al punto da impedire alla donna, in occasione delle due gravidanze, di uscire di casa per sottoporsi a cure mediche, anche a fronte di malori accusati dalla donna incinta. Gli episodi di aggressività e violenza nei confronti della moglie erano quasi quotidiani: in alcune occasioni, secondo la giovane, non solo veniva costretta a rimanere in casa, ma addirittura veniva portata con la forza, con i bambini, all’interno di una stanza e lì rinchiusa per giorni, nonostante fosse a conoscenza del disturbo claustrofobico del quale soffre.
Alla violenza fisica si sommava quella psicologica poiché l’uomo l’aveva privata di sostegno economico, negandole qualsiasi somma di danaro per le esigenze proprie o dei figli alle quali provvedeva solo raramente. A fronte di quanto denunciato dalla giovane madre, erano state avviate le indagini, delegate a questa Squadra Mobile dalla Procura della Repubblica di Perugia, e la donna con i figli era stata immediatamente collocata in una struttura protetta e seguita dai Servizi Sociali del Comune di Perugia.
Tuttavia, per la giovane e coraggiosa madre, la situazione non era migliorata: nonostante si trovasse in un posto sicuro con i suoi figli, il marito aveva cominciata a minacciarla per convincerla a tornare a casa. Oltre agli insulti e alle aggressioni verbali, l’uomo minacciava la moglie che, qualora non fosse rientrata a casa, l’avrebbe rimandata in Tunisia. L’uomo faceva giungere le minacce anche da parte di altre persone, che si prestavano a contattare la donna spacciandosi, di volta in volta, per funzionari del Consolato tunisino a Roma ed intimandole di fare rientro a casa dal marito minacciandola che, in caso contrario, sarebbe stata prelevata con la forza e rimpatriata; oppure qualificandosi come parenti del marito, millantando di essere in grado di farla sequestrare e trasferire coattivamente in Francia, luogo di effettiva residenza di una sorella del tunisino.
Data la gravità dei fatti e la gravità del quadro indiziario raccolto dai poliziotti, il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Perugia ha emesso ordinanza di misura cautelare di allontanamento dalla casa familiare con divieto di avvicinamento alla vittima ed ai figli. Ogni violazione alle prescrizioni imposte potrebbe far scattare a carico del marito violento l’applicazione di provvedimenti ben più restrittivi.
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