Sara Minciaroni
H 21.10 Rinviato a domani mattina alle 10 il pronunciamento della Corte di Cassazione. Soltanto domani mattina verrà letto il dispositivo che spiegherà se la sentenza di assoluzione di Amanda e Raffele è confermata o se si tornerà ad una celebrazione del secondo grado del processo. Sarà una lunga notte per lo studente pugliese che la trascorrerà a Verona dove si trova per completare gli studi, per la giovane americana che come detto dal suo legale “spera di poter tornare in Italia da cittadina libera e innocente” e per la famiglia Kercher che da Londra aspetta di sapere se il sipario sul processo per la morte della loro Mez calerà definitivamente.
Le reazioni al rinvio. L'avvocato Bongiorno ha commentato il rinvio spiegando che nei tanti anni di esperienza non le era mai capitato un rinvio della lettura della sentenza da parte della Cassazione. “Potrebbe essere un fatto di necessità fare un'altra oretta di lettura degli atti. Oppure si tratta di dettagliare meglio il dispositivo”, queste le parole del legale di Sollecito. Il padre di Raffaele ha così commentato la notizia: “È una notizia che ha stupito gli avvocati, figuriamoci noi. Comunque una notte in più non ci cambia la vita, abbiamo aspettato tanto”.
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H 17.15 Terminata anche l'arringa difensiva per Amanda Knox. I giudici della suprema Corte si ritireranno in consiglio. Sentenza attesa in serata.
Anche la difesa di Amanda Knox ha chiesto l'assoluzione della giovane americana. Davanti al collegio si stanno svolgendo ora gli ultimi processi previsti dal calendario della giornata e poi la corte si ritirerà in camera di consiglio. La sentenza è attesa in serata. L'avvocato Carlo Dalla Vedova, uno dei difensori della Knox, ha sottolineato che il dibattimento di appello “ha solo portato alla luce la verità dopo l'errore compiuto la sera del 6 novembre ( data dell'arresto di Sollecito e Knox, ndr), un errore sanato dalla sentenza d'appello''. L'avvocato ha inoltre ricordato le ''54 ore di interrogatorio subite da Amanda” che ha sottilineato il legale, “voleva collaborare perchè era amica di Meredith''. Ha poi parlato del memoriale scritto da Amanda in questura sottolineando come lei dicesse di essere ''confusa, non sicura di ciò che ho detto''. ''Confidiamo che la Cassazione recuperi la sentenza d'appello e gli dia sostanza'' ha concluso l'altro difensore della studentessa di Seattle, l'avvocato perugino Luciano Ghirga.
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H 16.50 Terminata l'arringa della difesa di Raffaele Sollecito. Richiesta la conferma della sentenza di assoluzione.
La difesa di Raffaele Sollecito, al termine dell'arringa ha chiesto la conferma della sentenza della Corte d'assise d'appello del 3 ottobre 2011 nella quale sono stati assolti i due ex fidanzati dall'accusa di aver ucciso Meredith Kercher. Per prima ha preso la parola l'avvocato Giulia Bongiorno, confermando quanto già aveva detto ai microfoni nella prima mattinata e cioè che la sentenza di primo grado, quella relativa alla condanna si era basata di fatto su errori della scientifica poi sconfessati in secondo grado. “Sollecito è finito in carcere per una impronta di scarpa che poi si è rivelata non essere sua ma di Guedè. La seconda prova regina, il gancetto del reggiseno, è stato repertato 47 giorni dopo l'omicidio quando ormai era entrata nella casa di via della Pergola una serie infinita di persone per le perquisizioni. Raffaele aveva un alibi fortissimo, era nella sua casa alle 21 della sera dell'omicidio. Lo dimostra il pc”. L'avvocato Luca Maori rilevando che non ci sono vizi di motivazione nella sentenza, ''che è stata chiara, precisa e senza alcun punto di contraddizione'', ha chiesto alla Cassazione di rigettare il ricorso della Procura generale di Perugia e delle parti civili, cioè quella dei familiari di Meredith.
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H 15.00 Terminata la requisitoria del procuratore generale di Cassazione. Richiesto l'annullamento della sentenza di assoluzione.
Una sorta di immunità antropologica. “Credo – ha spiegato il pg Riello – che sussistano tutti i presupposti perchè non cali definitivamente il sipario su questo delitto sconvolgente e gravissimo di cui l'unico responsabile è il lombrosianamente delinquente Rudy Guede” e ''pare che egli abbia commesso questo delitto con degli ectoplasmi”. Questo ravvisa il procuratore generale Riello nella sua requisitoria “Nella sentenza – ha spiegato Riello – ''si parla degli imputati come dei bravi ragazzi impegnati negli studi. E' come se il delitto fosse stato compiuto dal solo diseredato Rudy Guedè”. Il pg ripercorrendo i punti della sentenza della Corte d'assise d'appello di Perugia ha inoltre sottolineato come ''la perizia genetica ( quella relativa al gancetto del reggiseno di Mez ndr) è stata concepita come una pietra tombale ma in realtà non lo è, e se anche lo fosse avrebbe seppellito degli indizi che hanno invece una loro vitalità “.
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E’ cominciata poco dopo le 11.30 di questa mattina la seduta in Cassazione per l'udienza relativa all'esame dei ricorsi contro l'assoluzione di Raffaele Sollecito ed Amanda Knox per l'omicidio di Meredith Kercher. I giudici della prima sezione (presidente Severo Chieffi e pg Luigi Riello) stanno esaminando i ricorsi della procura generale e della famiglia della studentessa inglese, nonché quella dell'americana per la condanna per calunnia. In aula gli avvocati delle parti e il padre di Sollecito, Francesco. Non ci sono invece in aula la Knox e Sollecito, che attenderanno la decisione rispettivamente negli Usa e a Verona, dove studia.
La sentenza è attesa in serata. Tre i ricorsi per decidere il futuro di Raffaele Sollecito e di Amanda Knox. Sono quelli che la suprema corte sta esaminando in queste ore. Il primo: un centinaio di pagine firmato dal capo dell'Ufficio Giovanni Galati e dal sostituto Giancarlo Costagliola che hanno chiesto l'annullamento dell'assoluzione e quindi il rinvio a un nuovo esame. Il secondo: quello dei legali della famiglia Kercher. Anche loro hanno fatto ricorso contro l'assoluzione dei due ex fidanzati. Il terzo è il ricorso della difesa della Knox contro la condanna dell'americana a tre anni, gia' scontati, per la calunnia a Patrick Lumumba.
Il delitto. Quello di oggi è l'ultimo grado di giudizio del processo per l'omicidio di Meredith Kercher. Delitto compiuto a Perugia nella notte tra il primo e due novembre del 2007. La studentessa inglese giunta da poco in città per studiare venne colpita mortalmente alla gola con un coltello nella sua camera di una casa presa in affitto in via della Pergola.
L’inchiesta. Le indagini della polizia coordinate dal sostituto procuratore Giuliano Mignini portarono, il 6 novembre, all'arresto di Sollecito e dell'allora fidanzata Amanda Knox, coinquilina della Kercher. In carcere finì anche Patrick Lumumba, coinvolto proprio dalle dichiarazioni dell'americana ma poi risultato totalmente estraneo agli addebiti e quindi scarcerato e prosciolto.
C’è già un condannato. Le indagini della polizia portarono invece a individuare Rudy Guede, incastrato da un'impronta di mano insanguinata accanto al cadavere. Arrestato in Germania dove era fuggito è stato condannato con il rito abbreviato a 16 anni di reclusione diventati poi definitivi e che sta scontando nel carcere di Viterbo.
Raffaele e Amanda si sono sempre dichiarati innocenti. Sollecito e la Knox si sono sempre proclamati innocenti. Condannati a 25 e 26 anni di reclusione in primo grado sono stati assolti in appello. Tornando liberi dopo quasi quattro anni di reclusione.
La difesa di Sollecito. Giulia Bongiorno, avvocato di Raffaele Sollecito, spiega perché ritiene infondato il ricorso alla Cassazione da parte della Procura di Perugia e dei legali della famiglia Kercher. “In primo grado ci fu la condanna perché ci si basò su una valutazione errata della Polizia scientifica”, e ancora “Il ricorso fatto dall’accusa è infondato. L’unica anomalia di questo procedimento è andata avanti sulla valutazione della polizia scientifica del gancetto del reggiseno di Meredith. La perizia in secondo grado portò alla luce gli errori della precedente perizia. Questo gancetto adesso non ha nessun tipo di valore probatorio, il Dna che vi è stato rilevato non è di Raffele Sollecito”.
L’ansia di Amanda. “E’ ansiosa, molto attenta al risultato, sa che siamo ad una tappa fondamentale. Vuole tornare in Italia da persona libera e innocente”. Così Luciano Ghirga, avvocato difensore di Amanda Knox, ha spiegato ai microfoni dei giornalisti.
La famiglia di Mez cerca della verità. ''Ci sono molti punti di vista nel mondo su quanto accaduto quella notte – afferma ancora la sorella di Meredith – un caso molto seguito, ma, nonostante questo, ci sono ancora molte domande senza risposta ed e' per questo che cerchiamo la verità. Ci sono ancora molte domande senza risposta”.