Sara Minciaroni
Secondo l'avvocato Luca Maori, difensore di Alfons Gjergji (unico imputato per l'omicidio di Cenerente a non aver scelto il rito abbreviato) le prove dell'estraneità del suo assistito all'omicidio dell'ex orafo Sergio Scoscia e della madre Maria Raffaelli, starebbero nel navigatore satellitare della Ford Focus indicata come auto usata per il sopralluogo della banda e come veicolo usato la notte della rapina. Gli altri tre imputati, già condannati all'ergastolo con il rito abbreviato lo hanno subito tirato in mezzo con le loro dichiarazioni, ma secondo la difesa nel dispositivo satellitare dell'auto dell'imputato non ci sarebbe registrato il percorso fino al casolare di Cenerente. I giudici Mautone e Narducci (a latere) della corte d'assise di Perugia si sono però riservati di acquisire la perizia in una fase successiva del dibattimento. In aula si tornerà il 13 marzo.
L'oro degli Scoscia. Sempre questa mattina è stato sentito dai giudici l'ispettore capo della Mobile Finzi che ha raccontato i giorni dei sopralluoghi nel casolare e le successive indagini che hanno portato all'arresto della “banda”. “Quando abbiamo iniziato la perquisizione nella camera di Raffaelli Maria abbiamo trovato un mazzo di chiavi, c'era anche quella della cassaforte. Dentro c'erano 4800 euro. La casa è stata completamente perquisita. C'era anche un cassaforte artigianale nell'ex laboratorio di Scoscia. E dentro numerosi monili contenuti nei sacchetti tipici degli orafi e raccoglitori con dentro gioielli, pietrepreziose bracciali e monili di ogni tipo. Il perito attribuì a questo materiale un valore di 133 mila euro”. Era questo l'oro che cercavano i malviventi e che non hanno trovato, massacrando l'uomo e facendo morire di paura l'anziana madre per poi spartirsi, secondo l'accusa, poco più di trecento euro a testa.
Il “commando” la notte tra il 5 e il 6 aprile del 2012 è entrato in casa passando dalla finestra del bagno. E poi la violenza inaudita con cui Sergio è stato ucciso a martellate. Con svariati colpi che lo hanno devastato, anche al volto. Lasciandolo a terra, riverso nel suo stesso sangue a pochi centimetri dalla madre, morta in seguito al malore che l’ha colta alla vista del figlio torturato e allo spavento per l’assalto di incredibile violenza. Particolari agghiaccianti illustrati alla corte per dare conto del tipo di aggressione che subirono madre e figlio dal gruppo di criminali che “cercavano l’oro”.