Il fondo Vertis Venture 3 Tech Transfer (VV3TT) ha deciso di investire 2,4 milioni di euro su Sibylla Biotech, società spin-off congiunta dell’Università degli Studi di Perugia, dell’Università di Trento e dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, dedicata allo sviluppo di una rivoluzionaria piattaforma di drug discovery. L’investimento è stato reso noto nel corso di una conferenza stampa – alla quale ha partecipato anche Maria Letizia Barreca, professoressa associata presso il Dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell’Università di Perugia – organizzata da Hit-Hub Innovazione Trentino.
Gli scienziati che hanno fondato Sibylla Biotech, grazie al sostegno dato dalla Fondazione Telethon, hanno sviluppato una metodologia innovativa per la scoperta di nuovi target farmacologici sfruttando competenze che vanno dalla fisica sub-nucleare, all’informatica, alla biologia cellulare, alla chimica farmaceutica, in cui l’interdisciplinarità è la chiave vincente.
Il fondo VV3TT fornirà a Sibylla Biotech la capacità di intensificare le attività e rendere la piattaforma di Drug Discovery uno strumento unico nella ricerca di nuove terapie per molte malattie rare o oggi incurabili.
La storia di Sibylla è un esempio di successo della ricerca, che si evolve in imprenditorialità. Inizia come studio interdisciplinare frutto della collaborazione tra diverse Istituzioni: l’Università di Trento e l’Università degli Studi di Perugia, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – INFN, e Fondazione Telethon. Queste organizzazioni, insieme a HIT, hanno aiutato i ricercatori a fondare una startup e hanno favorito il finanziamento attraverso il fondo VV3TT. Un circolo virtuoso che coinvolge ricerca, trasferimento tecnologico e finanza.
Il rettore dell’Università di Perugia Franco Moriconi , ha dichiarato: “Innovazione rivoluzionaria e competenze multidisciplinari nella scoperta razionale dei farmaci sono i punti di forza dello spin-off Sibylla Biotech, e il fondo VV3TT porterà senza dubbio ulteriori importanti miglioramenti, stimolando positivamente la crescita dell’azienda, sfruttando la sua capacità unica di guidare l’identificazione di nuove terapie per esigenze mediche critiche e non soddisfatte. Si tratta senza dubbio di un traguardo entusiasmante, raggiunto grazie alla proficua collaborazione tra quattro centri di eccellenza nella ricerca scientifica. L’Università degli Studi di Perugia è orgogliosa di essere parte attiva di questa esperienza di successo”.