Individuati dai carabinieri i tre giovani che avevano aggredito il titolare di un locale di Perugia che non li aveva fatti entrare perché circolo privato
E’ stata un’aggressione punitiva nei confronti del titolare di un circolo privato di biliardo di Perugia, l’aggressione che si è verificata il 31 ottobre. Tre tunisini, di età compresa tra i 22 e i 36 anni, due dei quali residenti in provincia di Perugia e uno senza fissa dimora, hanno pestato il titolare del locale, di origine equadoregna.
I tre sono stati denunciati dai carabinieri, in stato di libertà, per l’ipotesi dei reati di lesioni personali aggravate e minaccia in concorso tre cittadini tunisini,
In particolare, le indagini scaturite dalla denuncia-querela presentata dall’aggredito, attraverso l’esame delle telecamere e mediante successivi riscontri testimoniali e fotografici raccolti dai carabinieri, hanno permesso di identificare i tre aggressori e di raccogliere, gravi e concordanti indizi di colpevolezza a loro carico.
L’aggressione
I tre ragazzi denunciati, in base a quanto sarebbe emerso dalle indagini e dal racconto del denunciante, nella nottata del 31 ottobre avrebbero tentato, con insistenza, di accedere all’interno del circolo di biliardo, situato in una zona limitrofa la Stazione di “Settevalli”, nonostante il titolare, più volte, avesse loro riferito che non potevano in quanto non tesserati. A seguito del diniego di quest’ultimo, fortemente alterati, dopo aver finto di allontanarsi, i tre tunisini avrebbero dato vita ad un vero e proprio attacco punitivo. Mentre, infatti, due dei tre giovani iniziavano a sferrare calci e a lanciare sassi alla porta di ingresso del locale danneggiandola, il terzo, prima di darsi alla fuga insieme agli altri due, facendo perdere le proprie tracce, raggiunto il denunciante, avrebbe iniziato a colpirlo con calci agli arti inferiori, per poi, una volta a terra, sfregiarlo al volto con un coltello.
Fuga che comunque, grazie all’attività dei militari della locale Stazione, non li ha sottratti a una denuncia in stato di libertà alla competente autorità giudiziaria.