No vax, alcuni sanitari sospesi ci ripensano | Psicologi, ricorsi al Tar e scontro con l'Ordine

No vax, alcuni sanitari sospesi ci ripensano | Psicologi, ricorsi al Tar e scontro con l’Ordine

Redazione

No vax, alcuni sanitari sospesi ci ripensano | Psicologi, ricorsi al Tar e scontro con l’Ordine

Sab, 21/08/2021 - 14:35

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Due dei 10 dipendenti della Usl 1 messi a riposo senza stipendio si sono vaccinati | Polemica sul ricorso presentato da 100 psicologi

C’hanno ripensato e questa mattina si sono fatti vaccinare due dei dieci dipendenti della Asl 1 che erano stati sospesi senza stipendio per essersi rifiutati di adempiere all’obbligo senza motivazione tra quelle contemplate nella legge 76/2021.

Così come era successo per la Asl 2, dove tre dipendenti sospesi avevano poi deciso di farsi inoculare il vaccino anti Covid.

Al vaglio la posizione di altri 80 dipendenti

Alla Usl 1 si stanno verificando i provvedimenti nei confronti di una quarantina di dipendenti no vax (se non si troverà una diversa sistemazione, saranno sospesi), mentre è al vaglio la posizione di un’altra ottantina ancora non vaccinati.

Psicologi, ricorso al Tar e scontro con l’Ordine

Intanto, un centinaio di psicologici hanno presentato ricorso collettivo al Tar contro l’obbligo di vaccinazione. Sostenendo, tra le varie argomentazioni, che quella degli psicologi non è una professione “sanitaria” e pertanto non sarebbe sottoposta ad obbligo di vaccino.

Una posizione confutata dall’Ordine degli psicologici dell’Umbria, “pur nel rispetto delle posizioni”.

L’ordine precisa che “per ‘professione sanitaria’ si intende una professione la cui attività è legata alla tutela della salute, a prescindere dal contesto ove l’attività si svolge. Non va fatta confusione quindi tra il termine ‘sanitario’ e il ‘Servizio Sanitario Nazionale’, che è solo uno dei contesti dove operano i professionisti della salute. Dire quindi che gli Psicologi e gli Psicoterapeuti ‘non sono sanitari in senso stretto’ è una affermazione priva di senso, perché non corrisponde né alla legge (che ricomprende la professione psicologica tra quelle per la salute a tutti gli effetti) né alla realtà scientifica, che ha da tempo reso evidente l’importanza degli aspetti psicologici per la salute umana”.

Vaccino per tutelare gli utenti

Per l’Ordine si tratta di un’affermazione “che può inoltre essere lesiva della dignità e dell’immagine della professione (non a caso, incredibilmente, si richiamano le affermazioni dei ‘giovani Psicologi salta fila’) ma, ancora di più, di tutte le persone che si rivolgono alla professione. Sembra infatti sfuggire che il fine della norma non è la protezione dei professionisti ma dei loro utenti, e gli utenti degli psicologi meritano la stessa tutela di quelli che si rivolgono ai medici, ai biologi, ai logopedisti o ai fisioterapisti, solo per fare degli esempi. Ed infatti la norma non prevede per chi non si vaccina volontariamente la sospensione dall’esercizio della professione (altra imprecisione) – evidenzia l’Ordine – ma solo da quelle attività che comportano contatti in presenza con l’utenza”.

Il ruolo degli Ordini

In ogni caso la legge 71/2021 assegna agli Ordini solo oneri comunicativi di provvedimenti assunti dalle Aziende sanitarie, essendo gli accertamenti e le eventuali sospensioni di competenza di quest’ultime, ovvero dei principali soggetti che gestiscono le vaccinazione.

Rispetto posizioni personali, ma no strumentalizzazioni

L’Ordine non entra nel merito delle posizioni personali in tema di vaccinazioni, ma ritiene che le posizioni dei contrari a vaccinarsi “non debbano giustificarsi con temi ed argomenti che, oltre a non rispondere a verità, possono offendere l’immagine della professione e la dignità degli utenti”. 

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