MUSIC IN TOUR, QUANDO GLI AUDACI NON SONO PREMIATI SOLO DALLA FORTUNA - Tuttoggi.info

MUSIC IN TOUR, QUANDO GLI AUDACI NON SONO PREMIATI SOLO DALLA FORTUNA

Redazione

MUSIC IN TOUR, QUANDO GLI AUDACI NON SONO PREMIATI SOLO DALLA FORTUNA

Gio, 03/06/2010 - 10:15

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di Francesca Tortora

Se c’è un merito che va riconosciuto ai giovani organizzatori di Music In Tour Spoleto ’10, che ha da poco chiuso i battenti al Teatro Caio Melisso, è quell’energia costruttiva, quell’intraprendenza e voglia di crescere professionalmente che hanno saputo dimostrare fuori e sul palcoscenico. Certamente al di là dell’ottima qualità dei concerti e dell’alto livello musicale che li ha sostanziati. Elementi non di poco conto, e nemmeno così facilmente rintracciabili se messi tutti insieme. A partire dai grandi nomi: dalle magiche mani del pianista Andrea Bacchetti, uscito dalle fila di Luciano Berio, al il clarinettista Corrado Giuffredi, primo clarinetto dall'Orchestra Filarimonica della Scala di Milano, alla suggestiva orchestra del Teatro Regio di Parma. Soprattutto in un momento di crisi generale come questo, in cui, senza retorica, la crisi non è solo economica, ma soprattutto dell’essere umano, della sua creatività, del suo genio, del suo essere pensatore e creatore. Crisi che rende difficile progettare e, ancor più, realizzar eventi, soprattutto quando si parla di cultura e di giovani, in un Paese come il nostro in cui essere giovani, molto spesso, non è proprio un vantaggio. Ecco, l’ideatore, Francesco Calvani, con Michele Leoni, Barbara Zannoli e Lorenzo Muzzi, sono stati l’esempio tangibile che il coraggio, la professionalità, e la fermezza di intenti, premiano sempre. Certamente con la consapevolezza che la strada è ancora tutta da percorrere, che si può e si deve continuamente migliorare e che questa prima edizione è solo un punto di partenza. Riuscito molto bene, visti i numeri, che sono poi la cartina al torna sole vera e propria dell’evento: pienone la prima sera a Palazzo Vincenti Mareri, quasi 500 persone per il secondo appuntamento al Teatro San Nicolò con l’orchestra del Teatro Regio, successo anche al Caio Melisso per il concerto di chiusura. E tanti progetti già in gestazione per l’edizione del 2011 dove sarà ancora la Grande musica a farla da padrone. Guarda avanti il direttore artistico Calvani che traccia un bilancio più che positivo: “Crediamo di aver vinto non solo con noi stessi ma anche nei confronti di chi si aspettava, o auspicava, un evento così. La caratteristica di questa kermesse – continua Calvani – è nel suo “nomadismo”, nel suo girovagare in poli culturali internazionali attratti da un progetto interessante. Prossimamente arriverà in Marocco”. Il successo di Music in tour arriva a brillare nel cielo spoletino e nel panorama culturale, proprio in un momento di amarezza e tristezza per ilmondo della cultura e dello spettacolo, su cui è caduta, senza una logica, la scure del Governo. E’ un momento di delusione per tutti, specie per chi si vede e si sente privato e depauperato, violentemente, della nostra cultura, della nostra identità. Del nostro essere italiani.C’è, ovviamente, chi non se ne accorge nemmeno, tanto è preso dalla rincorsa al vil danaro, da non accorgersi che intanto si viene spogliati del bene più prezioso. E la delusione è tanto più grande quanto più sappiamo che arriva proprio da coloro che questo patrimonio dovrebbero difenderlo, tutelarlo, con le unghie e con i denti. Enti locali in primis. Discorsi già fatti, certo, ma repetita iuvant, se non altro per non rimanere indifferenti di fronte al saccheggio. I ragazzi di Music in Tour, gli straordinari interpreti saliti sul palcoscenico e l’eterna bellezza della grande musica che ha invaso Spoleto, sono l’occasione giusta per ricordare che forse la ‘salvezza’ sta anche nei cuori di chi l’arte la vuole far vivere per amore dell’arte stessa. Questo dovrebbe essere il primo messaggio che Spoleto può e dovrebbe cogliere, augurando al MiT di riuscire a far crescere questo evento, sperando di vederlo conquistare altri palcoscenici, vicini e lontani, ma con la speranza che il porto di partenza sia sempre quello della loro città, Spoleto.


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