Di Movimento Spoleto 5Stelle
Era il 3 marzo del 2011 quando il nostro consigliere comunale, Carmelo Parente, riferiva in consiglio della disastrosa situazione in cui verteva l’Alveo San Lorenzo che, da fosso con acqua cristallina, si era trasformato in una vera propria fogna a cielo aperto per colpa di numerosi scarichi abusivi di acque reflue nel fosso – fosso che, scendendo da Morgnano, passa per Maiano, San Brizio (costeggiando per un tratto la strada provinciale Tuderte) per poi virare verso Campello, Trevi e arrivare fino a Casco dell’Acqua – dove si congiunge col torrente Teverone, diventando un affluente del Topino.
Ora, un anno e otto mesi dopo, l’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, ha riscontrato la presenza di scarichi illegali e pericolosi lungo quel fosso, proprio nel tratto da noi segnalato, quello compreso tra Maiano e San Brizio. Scarichi abusivi e pericolosi, che potrebbero creare emergenze sanitarie e di igiene pubblica se non efficacemente e prontamente contrastati.
Il Comune non ha, si fa per dire, perso tempo e ieri ha pubblicato, nell’albo pretorio on line, un’ordinanza in cui dispone che “tutti i soggetti titolari di scarichi di acque reflue domestiche e/o assimilate derivanti da insediamenti di tipo residenziale e/o produttivo, ricadenti ad una distanza massima di 200 m dalla fognatura e poste nelle circostanze dell’argine del Torrente Alvio a partire dalla Concessionaria Mennoli Auto fino al ponte di San Brizio”, devono: “provvedere, entro 60 giorni dall’emanazione del provvedimento, ad allacciarsi alla pubblica fognatura previa autorizzazione da parte del Gestore V.U.S. s.p.a.; inviare, entro 30 giorni dall’avvenuto allaccio, al Comune di Spoleto – Ufficio Ambiente tutti i documenti comprovanti l’avvenuto allaccio”.
Verrebbe da dire, meglio tardi che mai, ma la domanda che ci poniamo è: perché aspettare tutto questo tempo considerando che avevamo segnalato in tempi chiari la presenza di questi scarichi? Inoltre, dando seguito alla segnalazione, il problema poteva essere risolto quantomeno con ampio anticipo, prevenendo la fuoriuscita di ulteriore materiale inquinante uscito in questi mesi da quegli scarichi abusivi, nella tutela delle falde, dei nostri terreni e della salute dei cittadini.