Dal 3 al 10 agosto il Centro di studi biblici “G. Vannucci” di Montefano (Macerata) ospita la mostra “Nostalgie” di Ye Jiandong, artista cinese attualmente detenuto nel carcere di San Gimignano (SI). La mostra, curata da Rita Cerioni con la collaborazione del Centro studi biblici di Montefano e della Casa dei popoli di Foligno, vede esposte venti opere dell’autore, “espressione originale della sua sensibilità – dice Rita Cerioni volontaria nel carcere di Spoleto dove Ye Jiandong si è diplomato frequentando l'Istituto Statale d'Arte presso la sezione staccata del carcere in cui opera anche l'Arch. Giorgio Flamini, già assessore alla Cultura del Comune di Spoleto– laddove la solitudine e la desolazione sono mitigate da un uso fantastico del colore”. Nei suoi quadri Ye Jiandong spazia nella dimensione conflittuale del carcere, in quella della vita contadina in Cina oppure nella ricerca di serenità attraverso la contemplazione del paesaggio.
“Attraverso l'esposizione delle opere di Ye Jiandong – sottolinea Rita Cerioni – si vuole proporre non solo il percorso artistico di un autore che si confronta con i moderni stili occidentali impregnato però di nostalgia per una cultura cinese in via di estinzione, ma anche un percorso di riscatto e di ricostruzione del proprio essere, in cui l'arte ha assunto un rilievo educativo importante”.
“La vita è fatta di sorprese – ha scritto Ye Jiandong commentando un suo quadro – e non ti aspetti i suoi doni, soprattutto in un luogo come il carcere”. “Ed è questa la più grande delle sorprese che la vita ci offre – dice padre Ricardo Perez Marquez, direttore del Centro studi biblici di Montefano – sentire che non ci sono barriere, neanche quelle dei propri limiti, che impediscano a una persona di aprire il suo essere alla fiducia, quella volontà innata nell'uomo e nella donna di non cedere di fronte alla più grande desolazione”.
Ye Jiandong ha trovato nella pittura una possibilità di evasione: sentirsi libero anche in un microcosmo come il carcere perchè – come lui stesso ha scritto – “quando dipingi non ti accorgi né dei muri freddi, né delle sbarre soffocanti, né dello spazio circostante… e non mi perseguitano pensieri angoscianti”