“Sono pericolosi e possono rifarlo“. Pericolosità sociale e rischio di reiterazione del reato sono le argomentazioni con cui il pm Paolo Abbritti, titolare dell’indagine sulla morte di Filippo Limini, ha chiesto la misura in carcere per i tre giovani che erano all’interno dell’auto che ha travolto il giovane spoletino fuori dalla discoteca Country Cafè.
I tre giovani in carcere
Si tratta di Brendon Kosiqi di 19 anni, che era al volante della Opel Corsa che ha travolto Filippo, in retromarcia; di Denis Hajderlliu di 20 anni, che avrebbe colpito con un pugno lo spoletino, facendolo cadere a terra; Kevin Malferteiner di 23 anni, anche lui nell’auto.
Tre ragazzi residenti a Bastia Umbra e Assisi, che il giorno di Ferragosto, sulla base delle prime indagini svolte dai carabinieri, sono stati rintracciati nelle loro abitazioni e portati in caserma.
Versioni contrastanti
I tre hanno raccontato che la lite con il gruppo di spoletini è scoppiata per avere spazio all’uscita dal parcheggio. Gli spoletini avrebbero colpito l’auto e, nella fretta di fuggire, non si sarebbero accorti di aver investito Filippo.
Versione diversa da quella fornita dagli spoletini, che hanno confermato la lite per il parcheggio, dicendo però di essersi avventati sull’auto solo dopo che Filippo, a terra perché colpito da un pugno (e forse da un calcio) era stato violentemente investito in retromarcia.
Questa mattina l’interrogatorio di garanzia
I tre ragazzi (italiani, di famiglie di origine albanese) si trovano dal giorno di Ferragosto nel carcere di Capanne. Dove questa mattina saranno ascoltati dal gip Natalia Giubilei.