L'UNIONE DELLE COMUNITA' MONTANE ALL'ATTACCO DELLA RIFORMA REGIONALE - Tuttoggi.info

L'UNIONE DELLE COMUNITA' MONTANE ALL'ATTACCO DELLA RIFORMA REGIONALE

Redazione

L'UNIONE DELLE COMUNITA' MONTANE ALL'ATTACCO DELLA RIFORMA REGIONALE

Gio, 05/06/2008 - 10:19

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Sull'ultimo ritocco alla Legge di riforma delle Comunità Montane, varato dal Consiglio regionale dell'Umbria, l'Uncem (associazione degli enti locali montani) esprime un forte parere negativo ed esterna la piena preoccupazione per il metodo con cui il provvedimento è stato portato in aula.

“Mettendo ripetutamente mano, per l'ennesima volta, a una Legge approvata nemmeno un anno fa, che aveva ridotto numero, organi e indennità delle Comunità Montane, il Consiglio della Regione Umbria interviene nuovamente sulla questione, senza il coinvolgimento degli enti interessati e senza che venga colto il vero obiettivo di efficienza e di risposta ai problemi dei cittadini, soprattutto di quelli che in montagna ci vivono”- afferma il presidente di Uncem Umbria Agnese Benedetti( nella foto).

Con la nuova modifica alla Legge di riforma, la Regione dice di adeguarsi alla Finanziaria dello Stato, ma lo fa solo in minima parte e occupandosi più dell'apparenza che della sostanza.

I tanto osannati risparmi conseguenti a questa ulteriore correzione delle indennità degli organi andranno, a conti fatti, a realizzare un misero ‘bottino' di poche migliaia di euro, colpendo, invece, in modo pesante, il rispetto della democrazia e ritorcendosi, paradossalmente, proprio sull'unica area montana della Regione che, per le sue caratteristiche, ha un territorio esteso e densità bassa di popolazione. Come dire che piove sempre sul bagnato e senza che ci sia qualcuno che per dovere apra un ombrello.

La Regione dell'Umbria, piuttosto, sul tema dei costi della politica si appresti a dare un serio segnale di risparmio, cominciando, per esempio, a riportare il numero dei consiglieri regionali da trentasei a trenta. Lo faccia diminuendo gli ingenti fondi riservati all'attività dei gruppi politici, che si aggiungono alle singole indennità consiliari e li destini a servizi per la popolazione.

Vedrà che usciranno cifre ben diverse da quelle che percepiscono i presidenti e gli assessori delle Comunità Montane umbre, che al massimo sono pari a quelle guadagnate da un consigliere comunale di una città.

La nuova leggina varata dalla Regione è invece riuscita, con una logica tutta da comprendere, a infliggere un pesante schiaffo al ruolo dei consiglieri comunali, tirandoli fuori dalle giunte e dall'eleggibilità a presidenti delle Comunità Montana, preferendo a essi – eletti dal popolo con tanto di preferenza- addirittura gli assessori esterni.

L'entusiasmo ingiustificato della Regione dell'Umbria, che si onora di essere la prima in Italia ad avere approvato una Legge di riforma, venga almeno usato ora per decidere se l'attività delle Comunità Montane in Umbria abbia ancora un senso. Se la risposta fosse positiva, come ci auguriamo per il bene delle zone che ne hanno bisogno, che si smetta di girare intorno ai falsi problemi di facciata e si provveda – considerato che siamo già a metà dell'anno e dell'esercizio finanziario – a far conoscere quali siano gli investimenti da destinare a questi enti , per la crescita del territorio e per la salvaguardia del personale dipendente.

(articolo correlato:”COMUNITA' MONTANE: LA REGIONE HA APPROVATO IL DISEGNO DI LEGGE DEL RIORDINO” ) clicca qui


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