L’ospedale di Spoleto, ovviamente, resta Covid. L’incontro dei rappresentanti del City Forum con la presidente Tesei, mentre decine di spoletini arrabbiati protestavano sotto i palazzi della Regione, non ha cambiato, almeno per il tempo in cui durerà l’emergenza sanitaria, il destino dell’ospedale di Spoleto.
Tesei ribadisce gli impegni
Quanto al futuro, Tesei si impegna a fare un indirizzo di Giunta con cui da subito definirà i servizi degli ospedali di Foligno e Spoleto, mantenendo per quest’ultimo tutti i servizi. E questo, al di fuori dei contenuti del Piano sanitario regionale. Anche a proposito del mantenimento del punto nascita, promessa sulla quale molti dei manifestanti nutrono dubbi.
Per il resto, le parole della governatrice sono le stesse con cui, attraverso la stampa, lunedì mattina si è rivolta agli spoletini. L’ospedale ospiterà pazienti Covid, così come il pronto soccorso, mentre sarà allestito un primo soccorso per i casi meno gravi. E con i numeri dei contagi che continuano a crescere in Umbria, a breve anche l’ospedale di Orvieto ospiterà pazienti Covid.
Sperando che questo, insieme all’ospedale da campo che dovrebbe essere attivo da fine novembre, possa bastare per l’Umbria.
Il City Forum guarda al bicchiere mezzo pieno
“Almeno abbiamo ottenuto qualcosa per il futuro, il sindaco neanche questo…” commenta uno dei partecipanti all’incontro, di fronte ai tanti che protestano. Anche perché, mentre i rappresentanti del City Forum incontrano la presidente Tesei insieme al capo di gabinetto Ricci, arriva la notizia che il presidente del Tar dell’Umbria ha respinto la sospensiva d’urgenza della delibera regionale chiesta attraverso il ricorso presentato dal sindaco De Augustinis. Un esito, anche in questo caso, che al di là delle argomentazioni in punta di diritto a molti appariva scontato. Se non altro perché avrebbe creato un precedente per l’Umbria e per tutte le altre città italiane che stanno vedendo i loro ospedali destinati ad ospitare pazienti Covid.
Il decreto del presidente del Tar
Il presidente del Tar, nel respingere il ricorso d’urgenza, riconosce che con il successivo ordine di servizio la Direzione sanitaria, istituendo il punto di primo soccorso e potenziando i servizi di trasporto e di attività del 118, ha tamponato le carenze determinate dalla chiusura del pronto soccorso per accogliere i pazienti Covid. Attuando dunque “una forte mitigazione del pregiudizio arrecato” dal provvedimento.
D’altra parte, il Tar riconosce la gravità della situazione sanitaria determinata dall’emergenza Covid. Pertanto, respinge il ricorso con la richiesta della sospensiva d’urgenza e rimanda la valutazione all’esame collegiale fissato per il 17 novembre.
La protesta sotto la Regione
Doppia delusione, quindi, per chi da Spoleto è giunto a Perugia sperando in un passo indietro della Regione. Nei giardini di piazza Italia, davanti a Palazzo Cesaroni dove è in corso la seduta del Consiglio regionale, mostrano cartelli e striscioni in difesa dell’ospedale e contro la presidente Tesei e l’assessore “geometra” Coletto. Gridano “vergogna!” e intonano slogan che invitano la governatrice ad un confronto diretto, in piazza.
Al termine dell’incontro con i rappresentanti del City Forum pare che Tesei fosse disponibile ad una comunicazione congiunta, ma che i rappresentanti spoletini, delusi dall’esito, non abbiano voluto.
Tante e diverse le motivazioni e le argomentazioni di chi si è ritrovato a manifestare sotto la Regione. Chi dice che il Coronavirus “è tutta un montatura dei giornalisti” E chi riconosce invece che “il Covid è reale, ma si potevano trovare altre soluzioni“. Chi chiede le dimissioni di Tesei e dà l’idea che le avrebbe volute anche senza il problema dell’ospedale di Spoleto. E chi invece Tesei l’ha votata e si dice pentito della scelta.
E ancora, chi chiama in causa i ritardi dell’ospedale da campo, che, a giudizio di alcuni, sarebbe bastato per salvare quello di Spoleto dalla destinazione Covid. Chi la mancata programmazione. Chi vede nella manovra su Spoleto l’apriscatole per svuotare la sanità pubblica umbra a favore di quella privata. Ma in tanti prendono di mira anche il Governo nazionale e le ristrettezze imposte con l’ultimo Dpcm.
Tutti, comunque, contestano le modalità con le quali si è giunti all’individuazione di Spoleto come ospedale Covid. Senza un confronto con la città e le sue istituzioni. Cosa, per altro, in parte ammessa anche dalla presidente Tesei.
I politici
C’è qualche bandiera dei sindacati e qualche (pochissimi) vessillo politico. Tra i manifestanti compaiono anche alcuni consiglieri regionali di opposizione: i civici Bianconi e Fora, Porzi del Pd e De Luca del M5s.
I capigruppo regionali della maggioranza una rappresentanza dei manifestanti l’ha incontrata durante una pausa della seduta del Consiglio. Ribadendo le rassicurazioni fatte da Tesei.
Qualche esponente politico è venuto anche da Spoleto, come la consigliera Camilla Laureti, candidata del centrosinistra battuta al ballottaggio da De Augustinis. Dalla città ducale anche il capogruppo di Forza Italia Filippo Ugolini, la consigliera Pd Carla Erbaioli, Mario Mancini capogruppo di Laboratorio. Ma la protesta non è solo spoletina. Presenti anche rappresentanti della Valnerina, l’assessore di Campello sul Clitunno Fabiana Grullini.
Ad un tratto è comparso anche il sindaco De Augustinis, accompagnato dal presidente del Consiglio comunale, Sandro Cretoni.
Una manifestazione colorita, ma pacifica e ordinata, nonostante la rabbia. Davanti alla polizia municipale e agli agenti di polizia che hanno presidiato Palazzo Cesaroni. Una rabbia che non si è esaurita nel tempo del ritorno a Spoleto. “La protesta continua“, assicurano in molti lasciando piazza Italia.