(Francesco de Augustinis)- In un momento di crisi economica ristagnante in regione, sembra essere scattato a Perugia e nel resto dell'Umbria l'allarme povertà. “Un cittadino umbro su quattro è a rischioo povertà”, ha detto ieri l'associazione di consumatori Adoc, mentre la Caritas ha invitato in un comunicato il comune a non togliere risorse agli operatori privati del sociale, con la campagna del 5xmille a favore dei programmi dell'amministrazione pubblica.
“I consumatori-cittadini umbri, come il resto degli italiani, sono allo stremo”, ha detto l'Adoc, secondo cui “un umbro su quattro ha sperimentato il rischio di povertà”. Un dato che l'associazione definisce “gravissimo”, considerata la tendenza attuale in cui “il potere d’acquisto si è ridotto del 5 per cento, il risparmio rischia un crollo del 2 per cento e i rincari pesano per oltre 700 euro annue sui bilanci famigliari”.
“Negli ultimi due anni l’inflazione è salita complessivamente del 2,3 per cento, le tariffe dei servizi pubblici locali e delle utenze domestiche sono cresciute del 6 per cento, il potere d’acquisto si è drasticamente ridotto del 5 per cento, ben oltre i dati dichiarati dall’Istat”, ha dichiarato il presidente Adoc Angelo Garofalo. “Mentre stimiamo che quest'anno la percentuale di risparmio calerà del 2 per cento. Le famiglie sono state abbandonate a sé stesse, non è più possibile ignorare i diritti e le esigenze dei cittadini”.
5xMILLE AL COMUNE. PER LA CARITAS, MANCA SUSSIDIARIETA' Proprio per far fronte all'accresciuta domanda di sussidio, il comune di Perugia ha lanciato alcune settimane fa una campagna di comunicazione per invitare gli abitanti a devolvere il proprio 5xmille in favore di un fondo dell'amministrazione per progetti sociali di sostegno alle famiglie in stato di necessità (leggi). “Purtroppo la crisi morde ancora, e tante famiglie si trovano nella necessità di affrontare, e non sempre riescono a risolvere, problemi elementari”, aveva detto Boccali, in occasione della presentazione della campagna, intitolata “Facciamo comunità”, destinata a fondi per le famiglie in difficoltà” alle quali potranno essere erogati “buoni acquisto per pannolini e alimenti dietetici durante il primo anno di vita”. In quella circostanza, il sindaco di Perugia aveva anche osservato come il progetto fosse utile a far fronte a una serie di tagli governativi alle politiche sociali delle amministrazioni.
Secondo un comunicato Caritas, che ha anticipato ieri alcuni contenuti del settimanale cattolico regionale “La Voce”, questa operazione però potrebbe dare origine ad una sorta di “guerra tra i poveri” tra associazioni di assistenza sociale.
“La cosa sulla quale alcuni hanno trovato da ridire, in modo particolare alcuni operatori del volontariato cattolico, è la situazione di concorrenza in cui l’ente pubblico si viene a porre nei confronti del volontariato stesso”, ha commentato la Caritas. “Certo il Comune non viola nessuna legge; sorprende però una certa mancanza di sensibilità e di calibratura del proprio ruolo di ente pubblico. Mettendosi in competizione con soggetti privati -ha detto ancora la Caritas – va a trovarsi in diretta collisione con il principio di sussidiarietà che probabilmente non è entrato nella mentalità di amministratori che così si mostrano legati a forme di centralismo più o meno paternalistico”.
ASSISTENZA SOCIALE DELLE DIOCESI Secondo il portavoce della Caritas Riccardo Liguori, “se il comune di Perugia è costretto a scendere in campo con una campagna di sensibilizzazione per il 5 per mille, ti fa capire come siano finiti anche i fondi pubblici per far fronte alle situazioni di difficoltà”.
“Negli ultimii tre anni abbiamo aiutato mille famiglie, all'inizio erogando contributi annuali, poi con contributi di sei mesi, perché erano veramente tante le richieste”, ha detto Liguori, riferendosi al “Fondo di solidarietà delle chiese Umbre (leggi). “Questo fondo ci ha permesso di continuare i normali interventi di aiuto per la gente che viene in Caritas, per pagare le bollette, le spese mediche, i mutui, che pesano su tanti che hanno perso il lavoro”, ha detto.
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