La prima rappresentazione risale al 1754, a Bologna, al Teatro Marsigli-Rossi. A più di 350 anni ritrova la luce un capolavoro, una piccola gemma del teatro del ‘700, appartenente alla nostra Scuola Napoletana. Si tratta del Don Falcone di Niccolò Jommelli, un gustoso intermezzo a tre voci che il Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto, in una nuova produzione porterà in scena, in prima mondiale al Teatro Caio Melisso di Spoleto venerdì 19 settembre (ore 20.30, repliche sabato 20 settembre ore 20.30 e domenica 21 settembre ore 17.00).
La revisione musicale è a cura di Francesco Massimi e Giovanni Valle. Interpreti sono Vincenzo Serra (baritono) impegnato nelle vesti di Don Falcone, Gianluca Bocchino (tenore) in quelle di Gianluca Bocchino. Nel ruolo di Camilletta si alterneranno i soprani Emilya Ivanova (19 e 21 settembre) e Desirée Migliaccio (20 settembre).La regia è di Giorgio Bongiovanni. L'Orchestra del Teatro Lirico Sperimentale è diretta da Francesco Massimi, in questo caso anche maestro al cembalo.La trama è semplice e naturalmente vivace e si rifà alle molteplici variazioni di un tema tradizionale, tanto caro all'intermezzo e all'opera buffa settecentesca.”Diremmo a prima vista – spiega il regista Giorgio Bongiovanni che restituisce un Don Falcone assolutamente vivace e frizzante – di essere di fronte a un'ulteriore vicenda d'amore contrastato che, naturalmente, finirà con il trionfo del furbo servitore sullo sciocco padrone. Eppure, a una più attenta lettura del libretto, restiamo fulminati da una maledizione.
Questo buffo, strampalato, inconcludente signore è vittima del suo stesso amore, cieco, sfrenato e irrazionale; in tutta l'opera non lo vediamo interessato ad altro. Non sappiamo nient'altro di lui se non che è innamorato di Camilletta, Eppure arriva a maledire l'amore; e non solo una volta: finirà addirittura per maledire tutti Perché è questo il suo errore, la sua colpa e insieme la sua pena: inseguire un amore impossibile, ricadere sempre nella stessa rete. Ma dovremmo ringraziarlo, perché proprio la sua cocciutaggine ci ha permesso di vedere Gelino e Camilletta all'opera.
Questo è il vero piatto forte – continua il regista di origini siciliane – e insieme sale e condimento dell'intera vicenda: i due danno vita a una girandola di burle, truffe, stratagemmi volti a dissuadere Don Falcone dai suoi intenti, ma che si moltiplicano, via via, in più articolate e compiaciute variazioni. Ecco il centro, il motore che anima l'intera opera: tutto il Don Falcone è una grande esaltazione del gioco teatrale, del gusto della finzione scenica portata alle estreme conseguenze. Gelino e Camilletta sono due giovani che recitano benissimo, li diremmo due appassionati di teatro; potrebbero essere i capocomici di una di quelle compagnie di Comici dell'Arte che, proprio in quei tempi, giravano per le piazze di tutta Europa: Gelino un Capitano, e Camilletta una Prima Amorosa.
In tutta l'opera i due non fanno altro che fingere, recitare, creare illusioni, situazioni e personaggi con un divertimento e una dedizione al gioco scenico. Tutto è Teatro in questa semplice storia, l'immenso potere della finzione il vero protagonista”.
Per informazioni: Teatro Lirico Sperimentale, Piazza Garibaldi – Complesso Madonna della Stella, tel. 0743.220440 – fax 0743.222930
