Libro antico su Assisi ritrovato dai carabinieri: restituito alla Valliceliana di Roma - Tuttoggi.info

Libro antico su Assisi ritrovato dai carabinieri: restituito alla Valliceliana di Roma

Flavia Pagliochini

Libro antico su Assisi ritrovato dai carabinieri: restituito alla Valliceliana di Roma

Ven, 22/04/2022 - 11:09

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Succede grazie a una indagine dal 2019 Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Perugia

Vede protagonista la città di Assisi un prezioso libro antico del 18’ secolo restituito nei giorni scorsi alla Biblioteca Valliceliana a Roma, nella persona della direttrice Paola Paesano, dal Comandante del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Perugia, Tenente Colonnello Guido Barbieri. (Continua dopo le foto)

La storia del libro antico

Si tratta di una preziosa testimonianza bibliografica appartenente a quel fondo storico, dal titolo “Collis Paradisi amoenitas, seu Sacro Conventus assisiensis Historiae Libri II. Opus posthumum patris magistri Francischi Mariae Angeli a Rivotorto ord. Min. Francisi Conventualium in lucem editum Opera, & Studio Fratris Francisci Antoniii Felicis Carosi de Monte Leone Provinciae Sancti Francisci ejusdem Ordini, Sacerdotis”.

Il libro antico, stampato nel 1704 a Montefalisco (oggi Montefiascone) dalla stamperia Ex Typographia Seminarii, sarebbe – secondo quanto reso noto dagli ‘investigatori dell’arte umbri’ – la prima edizione di una delle più importanti opere dedicate ad Assisi e, secondo l’illustre bibliografo ed erudito italiano Giuseppe Fumagalli (1863-1939), si tratterebbe del primo libro stampato a Montefiascone. Il testo presenta un’ampia fonte di notizie storico-artistiche sui principali monumenti architettonici della città di Assisi e sulle opere d’arte custodite al loro interno; a impreziosirne il contenuto, il ricco corredo iconografico (12 grandi tavole ripiegate) che comprende vedute della città, del Convento e della Basilica di San Francesco, delle Chiese di Santa Maria degli Angeli, di San Damiano e Santa Chiara, del Convento di Rivotorto, dell’eremo delle Carceri. 

Il documento bibliografico, che vede varie copie di proprietà di importanti biblioteche e il cui valore commerciale, riferito al mercato antiquario, è stato valutato in 4.000 euro circa, è risultato provenire dal prezioso e vasto patrimonio librario della cinquecentesca Biblioteca romana legata alla figura di Filippo Neri e alla Congregazione dell’Oratorio, istituita nel 1565 e riconosciuta ufficialmente da Gregorio XIII nel 1575 con la bolla “Copiosus in misericordia”. Tale attribuzione è stata accertata attraverso l’attenta analisi delle segnature, degli ex libris e delle “note di possesso” presenti fra le pagine, particolari che, come fossero “impronte digitali”, ne hanno inequivocabilmente confermato l’appartenenza a quell’Ente.    

Le indagini

L’indagine su questo libro antico è nata nel 2019 in conseguenza di uno dei tanti controlli che i Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale pianificano e svolgono alla ricerca di quei beni culturali che, nel corso del tempo, sono stati oggetti di sottrazione indebita. Nello specifico, durante l’accertamento operato presso un’attività commerciale di settore della provincia perugina, sono stati sottoposti a verifica, attraverso la consultazione della “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, alcuni libri che, per tipologia di argomento, epoca e caratteristiche di stampa, risultano spesso riconducibili a fondi pubblici o raccolte private comunque inalienabili poiché sottoposte alla specifica tutela del “Codice dei beni culturali e del paesaggio” in quanto dichiarati “beni culturali di particolare interesse”.       

Gli approfondimenti investigativi hanno permesso di trovare conferma circa la provenienza illecita del libro che risultava, infatti, censito nella Banca dati del Comando TPC in seguito alla denuncia di furto presentata nel 2005 dall’allora direttore pro tempore della Biblioteca. Successiva e definitiva riprova veniva fornita dalla direttrice della Biblioteca Valliceliana, la quale ha riconosciuto, senza ombra di dubbio, il volume come quello sottratto da quel fondo.

La soddisfazione

“La restituzione al luogo originario di custodia e conservazione di questo bene culturale, così come già avvenuto per tante altre importanti testimonianze del nostro passato, conferma ancora una volta – conclude la nota dei carabinieri – come il costante e attento monitoraggio del mercato dell’arte, congiunto alla dedizione e alla preparazione dei militari di questo Reparto specializzato dell’Arma dei Carabinieri, permettano, anche a distanza di molto tempo, di rintracciare opere d’arte ritenute perdute e di restituirle alle comunità di origine accrescendo, così, la coscienza identitaria nel rispetto e nella protezione del bene comune”.

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