“Per valorizzare l’opera di Leonardo Da Vinci occorre ripartire dalle regole, riaprendo la Cascata delle Marmore”. Lo sostiene il consigliere regionale del Movimento 5 stelle Andrea Liberati. “Polemizziamo pure sulla specularità leonardesca – nemmeno lontanamente accennata nello spot della Regione sulla Cascata delle Marmore – ma il problema vero, attinente ai doveri di ogni cittadino e, segnatamente, dei consiglieri regionali, resta altro: il rispetto della legge” evidenzia Liberati, intervenendo in merito all’immagine “rovesciata” della Cascata sullo spot della Regione andato in onda nei giorni scorsi su RaiUno.
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Ma il Movimento 5 stelle punta il dito in particolare sulla gestione delle acque: “La Regione Umbria stessa, da tempo, individua i deflussi minimi (DMV) del fiume Velino, ma poi non vi dà seguito e non ne pretende il rispetto da parte del concessionario idroelettrico. L’adesione alla norma si sarebbe dovuta registrare sin dal 2009“. Ed è su questo che nei giorni scorsi il partito ha promosso a Terni una conferenza stampa, puntando il dito contro la Erg e la stessa Regione e denunciando la mancata difesa degli interessi pubblici.
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“Dunque l’unico modo per valorizzare e attualizzare l’opera di Leonardo Da Vinci – sostiene Andrea Liberati – resta quello di rispettare le regole, riaprendo la Cascata: altro che begli spot del tutto inverosimili, perché, se il visitatore non arriva nel giorno e nell’ora giusti, la Cascata non la vede proprio! Poi parleremo pure del resto, della specularità, di considerazioni culturalmente alte, ma fuorvianti rispetto alla cruda realtà: la Cascata delle Marmore privatizzata è, nei fatti, sbarrata, contro il diritto positivo, contro il buon senso, contro gli interessi delle comunità”.
A Tuttoggi.info Liberati precisa che “il problema della cascata è culturale e politico. C’è da considerare, inoltre, un altro aspetto, noto a chi ha studiato un po’ la materia. Il fiume Velino ha una portata minima molto importante, ora è intorno ai 40 metri cubi al secondo. Quando è a regime controllato aperto sta sui 15 metri cubi al secondo. Non è, quindi, da escludere che all’epoca Leonardo Da Vinci avesse visto, in un determinato momento dell’anno, l’opera con una portata di un certo tipo, diversa, perché il fronte di caduta è notoriamente e anticamente ben più largo”. “Insomma – conclude Liberati – se vogliono spostare la discussione su altro, che almeno si informino”.