LEGAMBIENTE CONTRARIA ALLE NUOVE CENTRALINE IDROELETTRICHE SUL FIUME NERA - Tuttoggi.info

LEGAMBIENTE CONTRARIA ALLE NUOVE CENTRALINE IDROELETTRICHE SUL FIUME NERA

Redazione

LEGAMBIENTE CONTRARIA ALLE NUOVE CENTRALINE IDROELETTRICHE SUL FIUME NERA

Lun, 16/08/2010 - 18:24

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“La realizzazione delle due nuove centraline idroelettriche a Ferentillo rischiano di compromettere ancor più l'ecosistema fluviale del Nera e gli effetti negativi della loro realizzazione si andrebbero a sommare a quelli dell'inquinamento causato dagli allevamenti di trote ed all'impoverimento del fiume dovuto alle numerose centrali idroelettriche, grandi e piccole, ed alle captazioni per scopi agricoli e civili. La loro realizzazione inoltre è incompatibile con il Piano e il regolamento del Parco Fluviale del Nera (che, tra le altre cose, disciplinano le attività economiche, sociali, culturali compatibili con la tutela e valorizzazione dell'ambiente), con la Rete Natura 2000 della Regione Umbria (Natura 2000 è una rete di aree destinate alla conservazione della biodiversità sul territorio dell'Unione Europea e cioè alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche) e con il PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) l'altro strumento di pianificazione e programmazione urbanistica e ambientale del territorio della Provincia di Terni”.

Questo, in breve, è quanto emerge dalle articolate e puntuali osservazioni che Legambiente Umbria ha presentato alla Regione Umbria in opposizione al progetto che prevede la realizzazione di due centraline idroelettriche, ciascuna da 210 Kw di potenza nel comune di Ferentillo e distanti una dall'altra poco più di 1 km.

I due progetti rientrano nel Piano di utilizzazione idroelettrica delle acque superficiali della Provincia di Terni” approvato dalla Provincia di Terni nel novembre del 2008 e che prevede complessivamente l'individuazione di 14 siti idonei alla utilizzazione idroelettrica sui fiumi Nera, Paglia e Naia. Quelli di Ferentillo sono i primi due progetti ad essere stati presentati in regione.

“La gestione idraulica degli sbarramenti comporta gravi alterazioni dei deflussi idrici che incidono sulle capacità di autodepurazione del fiume e sulle condizioni ambientali degli habitat e delle specie rare di animali e piante presenti lungo e nelle acque del fiume – dichiarano da Legambiente Umbria – Un ulteriore sfruttamento ad uso idraulico, realizzando nuove deviazioni e sbarramenti non ci pare opportuno. Possono essere ripristinate le infrastrutture già esistenti, come i vecchi mulini, le vecchie traverse, o i salti naturali e soprattutto, ogni ulteriore intervento idraulico dovrebbe essere preceduto da una verifica generale degli impatti e da un piano di restauro ambientale generale di quelli esistenti e dalla predisposizione di un piano di settore che stabilisca il carico massimo di impianti sostenibili ai fini della conservazione degli habitat e della vita acquatica”.

“Il mini idroelettrico certamente è una tecnologia sostenibile, a condizione, però, di tenere nel debito conto della protezione prioritaria di ecosistemi delicati e preziosi come quelli fluviali, della conservazione del patrimonio di biodiversità e di paesaggi e del contrasto allo spreco e all'inquinamento della risorsa acqua, destinata a divenire sempre più preziosa – continua l'associazione ambientalista – Legambiente Umbria, coerentemente con l'ambientalismo scientifico che la ispira si attiverà, perché si tenga conto innanzi tutto della tutela e la conservazione delle risorse naturali, in special modo di quelle all'interno delle aree protette, in ogni sede e utilizzando tutti gli strumenti e le opportunità previsti dalla legislazione vigente, nazionale ed europea, e chiedendo, al contempo, di attivare tutti quegli strumenti di concertazione e di coinvolgimento dei cittadini, e delle loro associazioni e comitati, nei processi decisionali. Questa è la via maestra, a nostro giudizio, per attivare una programmazione per uno sviluppo realmente sostenibile e rispondente alle caratteristiche e vocazioni del territorio, dei suoi abitanti e dei tanti turisti che lo animano attirati dalle sue bellezze ambientali, paesaggistiche e culturali”.


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