di Francesco de Augustinis
Crisi economica, restrizione del credito, incertezza dell'economia e la naturale predisposizione della regione ad essere “salvadanaio” della criminalità organizzata sono tutti fattori che fanno accendere in Umbria l'allarme usura.
Il tema è emerso prepotentemente stamattina nella tavola rotonda tra imprese, professionisti e magistrati, organizzata dalla Camera di commercio di Perugia, su “Trasparenza e legalità”.
“C'è la crisi, una crisi strisciante che si sente anche in Umbria. Ce ne siamo accorti anche noi perché sono sempre più quelli che bussano alla nostra porta”. A dirlo è il procuratore Alberto Bellocchi, presidente della Fondazione Umbria contro l'Usura.
Bellocchi ha spiegato a Tuttoggi.info come negli ultimi anni siano “decine e decine” le richieste di aiuto all'associazione o le denunce alla Procura della Repubblica. Un numero in forte crescita che -conferma il magistrato- rappresenta solo la punta emersa di un fenomeno difficile da quantificare proprio per le sue caratteristiche.
Il salvadanaio delle mafie – Il rischio usura in Umbria è emerso con particolare forza nel dibattito di oggi, in cui si discuteva il rischio infiltrazioni mafiose in Umbria. Secondo Bellocchi, l'usura è una delle attività più congeniali per le mafie in Umbria: “Gli scarsi collegamenti infrastrutturali, sia stradali che ferroviari, hanno lasciato 'da parte' l'Umbria nel sistema economico del Paese. Così, anche per le mafie, la regione ha un ruolo di salvadanaio”. “Ecco (quindi) il problema dell'usura”, ha detto Bellocchi. “Un modo per riciclare tonelate di denaro sporco comprando piccole attività”.
Secondo Bellocchi, il modo in cui la criminalità organizzata entra nel già florido sistema dell'usura umbro è l'offerta del credito per le piccole attività: “Il piccolo commercio riesce meno delle grandi aziende a far fronte alla crisi. Allora va in cerca di credito, ma gli istituti chiedono forti garanzie. Così accade che ci si rivolga alla banca. La banca non può. Vediamo la finanziaria. La finanziaria non può, ma ti può indicare chi può… e chi può ti porta in un giro di denaro dal quale non esci più”.
Crisi “detonatore” dell'usura – Dello stesso avviso il procuratore capo di Terni Fausto Cardella: “I settori a rischio infiltrazioni mafiose in Umbria sono quelli classici degli appalti, dei rifiuti e anche in certa misura quello dell'usura. Un settore dove la crisi economica fa da detonatore: quando c'è difficoltà ad accedere al credito per vie legali e c'è un forte arrivo di denaro fresco, anche la persona più onesta può finire per approfittarne”.
Secondo Bellocchi, gli effetti della crisi si stanno facendo sentire su “tantissime famiglie, che sono poi le famiglie che vivono sul piccolo comercio, piccolo artigianato o con una piccola situazione industriale, diciamo realtà da 10-15 dipendenti. Sono questi settori, che poi sono la stragrande maggioranza in Umbria, che soffrono di più e vengono pian piano stretti nell'usura”.
A confermare l'impressione del presidente della fondazione antiusura, una esponente del mondo delle piccole imprese, che ha preso la parola a margine della conferenza, proprio sottolineando la propria difficoltà di accedere al credito: “Creiamo una linea specifica di fondi e finanziamenti dedicati alle piccole e medie imprese, che sono quelle più presenti in Umbria e più in difficoltà”, ha proposto agli esponenti della Camera di commercio.
Le misure anti-usura – Sia Cardella che Bellocchi hanno sottolineato oggi come la prima arma contro l'usura debba necessariamente essere la cultura della legalità: “Il primo baluardo è la gente”, ha detto il procuratore di Terni. Cardella ha fatto poi riferimento ai tanti strumenti “istituzionali” di contrasto alle infiltrazioni e all'usura, come le camere di commercio, le prefetture e la stessa fondazione antiusura regionale, che ha definito “una ricchezza e un privilegio”. Bellocchi ha invece sottolineato l'importanza dell'informatica, per delineare meglio il sistema economico regionale ed evitare le “zone d'ombra”, terreno fertile per questi fenomeni: “E' fondamentale fare collegamento. La criminalità di terza generazione tende a legalizzarsi. E' dietro che c'è il marcio”, ha detto.
Proprio in questo senso cerca di andare un'iniziativa delle camere di commercio presentata stamattina, con cui viene rinnovato il sistema di visure camerali online, per offrire alla magistratura inquirente, al mondo delle imprese e a quello dell'informazione, un accesso più pratico ai profili delle società operanti in un territorio.
Polemica sulla partecipazione – Proprio sulla cultura della legalità, al termine dell'incontro c'è stato spazio anche per una nota polemica del presidente della Camera di commercio Giorgio Mencaroni per la scarsa partecipazione alla mattinata da parte del mondo dell'associazionismo, delle professioni, delle imprese e delle istituzioni.
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