La casa di moda di Solomeo esposta per il 5% del proprio fatturato sul mercato russo, ma comunque sotto la soglia di allerta del 10%
L’invasione russa in Ucraina pesa sulle Borse europee, con Piazza Affari, maglia nera, che cede il 4.15%. A tirare giù il Ftse Mib i titoli bancari (Unicredit perde il 12,8%).
Il listino moda
Colpito anche il settore della moda, che ha in quello russo uno dei suoi mercati di riferimento. Il più penalizzato del listino è Geox, che cede il 14%. I venti di guerra tirano giù anche il titolo Brunello Cucinelli, che a fine seduta perde il 5,86% (chiudendo le quotazioni di oggi, giovedì, a 48.48 euro).
Si tratta di due aziende esposte, rispettivamente, per l’8% e per il 5% del loro fatturato al mercato russo. Le più alte tra quelle italiane sotto la copertura di Intesa Sanpaolo, ma comunque al di sotto della soglia di rischio del 10%, come evidenzia Milano Finanza. Le ripercussioni in caso del prolungarsi del conflitto e delle sanzioni possono quindi essere assorbite dall’andamento negli altri mercati mondiali. Anche se, nell’immediato, evidenziano gli analisti, i titoli in Borsa potrebbero essere ancora penalizzati.
Cucinelli nel mercato russo
Proprio la Russia, come è stato evidenziato dal Cda della casa di moda di Solomeo nell’analisi preliminare sui dati 2021 comunicata il 10 gennaio, ha consentito nel corso dell’ultimo anno, grazie ai suoi “ottimi risultati”, di contribuire alla crescita in Europa, assorbendo le incertezze delle capitali europee del lusso (Parigi, Milano, Londra) dovute all’andamento della pandemia ed alle restrizioni. Andamento che ha portato Cucinelli ad investire in Russia con l’apertura della nuova boutique a San Pietroburgo.
Moda del Perugino, in Russia export per 56 mln
Tutto il distretto della maglieria e della moda del Perugino aveva beneficiato positivamente nel corso del 2021 dell’ottima ripresa delle esportazioni verso la Federazione russa (+12 milioni di euro nei primi 9 mesi dell’anno). Un mercato che per il settore in Umbria vale circa 56 milioni di euro. Al netto, ovviamente, delle conseguenze (dirette e indirette) del conflitto in Ucraina e delle sanzioni economiche che l’Unione Europea si appresta a varare contro Mosca.