Nella seduta di mercoledì scorso (16 maggio ndr.) la giunta, con voto unanime, ha pre adottato il Bilancio di Previsione 2012 che adesso inizia la fase partecipativa con la città, per poi passare all’esame della preposta Commissione consiliare. Il bilancio, nell’impostazione e nelle scelte essenziali, ha tenuto in debita considerazione le proposte e gli indirizzi comunicati dalle forze sociali. Il progetto finanziario per il 2012 è stato oggetto di confronto nel corso di più incontri tra la giunta , la maggioranza consiliare e le forze politiche che esprimono il governo cittadino. La proposta conclusiva approvata dalla giunta è il risultato di un’azione improntata alla responsabilità, alla razionalizzazione e all’equità, che risente inevitabilmente dei tagli determinati dalle cinque manovre successive varate dal governo tra il 2010 e il 2011, che per le autonomie locali, rispetto al solo 2012, si traducono in una stretta di 15,3 miliardi di euro. Per il comune di Spoleto si tratta di una manovra che per l’anno corrente è pari a 2, 5 milioni di tagli diretti solo da parte dello stato, senza considerare i tagli regionali. La giunta ha operato per la difesa di quelli che ritiene i servizi essenziali per la vita della comunità, solo a titolo di esempio: asili nido, scuole materne, mense e trasporti scolastici, trasporti pubblici, servizi sociali alla persona in genere. L’obiettivo primario è stato dunque quello di rispondere concretamente alla richiesta della città per la difesa dei servizi fondamentali combinando rigore ed equità. La prima azione ha riguardato un intervento di razionalizzazione a 360 gradi che ha prodotto un risparmio complessivo di 1,7 milioni di euro, di cui 600.000 sul personale dell’ente, 150.000 sui fitti passivi e 180.000 sulle polizze assicurative. La scelta sulle leve fiscali è stata operata tenendo in debita considerazione la doppia esigenza di far quadrare il bilancio senza rinunciare ai criteri di equità. A questo proposito è doveroso premettere che l’IRPEF e l’IMU sono gli unici strumenti fiscali che il governo ha lasciato a disposizione dei comuni dopo aver operato i pesanti tagli già ricordati. Il risultato della proposta di bilancio è l’addizionale comunale IRPEF allo 0,8% con una soglia di esenzione totale per i redditi sotto ai 10.000 euro, una decisone questa, che la giunta considera una risposta concreta all’attenzione richiesta dalle forze sociali. Rispetto all’IMU è stato assunto lo stesso atteggiamento ed è stato profuso il massimo impegno per trovare una ponderazione delle aliquote che non facesse gravare sui cittadini tutto il peso della manovra nazionale. A questo proposito giova ricordare che una parte considerevole delle entrate IMU va allo Stato, che a sua volta ha diminuito i trasferimenti ai comuni. Questa impostazione ha consentito di fissare allo 0,05% l’incremento sulla soglia minima per la prima casa prevista dal governo allo 0,4% e di differenziare le aliquote sulle seconde case tenendo conto di situazioni oggettive.
In sostanza per la prima casa l’aliquota è dello 0, 45%. Per la categoria delle seconde case l’aliquota resta al minimo stabilito dallo stato, pari allo 0,76%, per tutte le abitazioni concesse in uso gratuito a parenti in linea retta di primo grado (genitori- figli e figli – genitori) . Anche per gli immobili concessi in locazione a canone agevolato, per quelli dell’ATER, nonché per le aree fabbricabili l’aliquota rimane al minimo dello 0,76%. Per tutti gli altri immobili è previsto un incremento dello 0,14%, per cui l’aliquota sulle seconde case, che non ricadono nelle fattispecie descritte, si attesta allo 0,9 %.
Sul versante degli investimenti, nonostante le oggettive difficoltà imposte dalle norme governative e dai vincoli del Patto di Stabilità, che di fatto impediscono di realizzare nuove opere, si è cercato di dare respiro alla possibilità di intervenire nel settore delle opere pubbliche destinando l’intera entrata dalla Legge 10 (diritti di urbanizzazione), agli investimenti. Non è infine di secondaria importanza, il fatto che la proposta di bilancio della giunta, non contiene né l’imposta di scopo (IMU bis), né l’imposta di soggiorno.