LA CITTA' DI NORCIA HA SALUTATO PER L'ULTIMA VOLTA L'ASSESSORE FEDERICO CECCHINI (foto) - Tuttoggi.info

LA CITTA' DI NORCIA HA SALUTATO PER L'ULTIMA VOLTA L'ASSESSORE FEDERICO CECCHINI (foto)

Redazione

LA CITTA' DI NORCIA HA SALUTATO PER L'ULTIMA VOLTA L'ASSESSORE FEDERICO CECCHINI (foto)

Gio, 03/09/2009 - 09:26

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La chiesa concattedrale di Santa Maria Argentea non è riuscita a contenere le oltre duemila persone che ieri pomeriggio hanno voluto dare l'ultimo saluto a Federico Cecchini, l'assessore comunale che lo scorso martedì 25 agosto si è tolto la vita ad Oslo, dove era andato in vacanza con un gruppo di amici nursini. Profonda la commozione, grande lo strazio della famiglia di quanti lo conoscevano. Immenso il dolore dei suoi amici, dei suoi colleghi di lavoro, dell'amministrazione e dell'intero consiglio comunale, che ha partecipato alle esequie con il gonfalone listato a lutto. “Momenti come questi – ha detto commosso il parroco, monsignor Mario Curini, durante l'omelia – devono farci fermare, riflettere, capire dove stiamo andando e qual è il vero senso della nostra esistenza. La nostra comunità cristiana deve ritrovare l'unità fraterna, il valore della vera amicizia, la capacità di dialogare, di relazionarsi di più e di aprirsi, contrastando le ragioni dell'odio e le divisioni, andando al di là delle apparenze. Questi giorni – ha sottolineato – non abbiamo fatto altro che domandarci il perché del gesto compiuto da Federico, avanzando mille ipotesi e motivazioni che non ci fanno onore. Dovremmo invece chiederci come possono essere evitate certe azioni e in cosa abbiamo mancato, cosa avremmo potuto fare con spirito di autentica fraternità e di vicinanza”. Evidentemente commosso anche il sindaco Gian Paolo Stefanelli, che al termine della solenne celebrazione eucaristica ha voluto ricordare il suo collaboratore e amico con un discorso di grande umanità.

Di seguito il testo integrale:

“Caro Federico,questi giorni la tua città ha pianto lacrime di dolore e di rabbia. I volti di quanti ti hanno conosciuto continuano ad essere increduli, tristi, amareggiati, addolorati. Forse è giusto cominciare col chiederti SCUSA. Per non aver intuito che qualcosa non andava, per non esserti stato così vicino da poter ascoltare le tue confidenze, i tuoi sfoghi. L'avventura che insieme avevamo iniziato mesi fa e che insieme abbiamo vinto cominciandone un'altra, ancora più appassionante per quanto faticosa, ha assorbito talmente tanto le nostre energie che ci ha fatto perdere di vista, forse, il contatto più vero, quello umano; quello di un'amicizia e di una stima che nonostante la forte differenza di età, entrambi – credo di poterlo dire – sentivamo come legame reciproco. Per cui, ancora una volta, SCUSA! E se puoi, se vuoi, da lassù perdonaci.La domanda è una sola: PERCHE'? E' una domanda martellante, insistente che, ancora in attesa di una risposta, sta logorando come un tarlo i nostri pensieri e i nostri cuori. Perché Federico, perché un simile gesto?Abbiamo condiviso molti sogni insieme e la tua città, questa Norcia che tanto ti ha amato e stimato, vedeva in te, nella tua cordialità, nella tua disponibilità, nella tua positività e attenzione per il prossimo un punto di riferimento e un modello da seguire. La tua innata predisposizione all'ascolto, all'aiuto verso gli altri e alla partecipazione è stata sempre al massimo livello, al punto che sei stato chiamato ad amministrare una delle aree che, più di altre, necessitano di queste capacità. Voglio ricordarti come nei giorni immediatamente precedenti l'insediamento del nuovo consiglio comunale. Con quella gioia e con quell'orgoglio che trasparivano dai tuoi occhi, non tanto per il brillante risultato ottenuto in lunghe settimane di intenso di lavoro, bensì per l'affetto che la tua Norcia ti aveva dimostrato dandoti la responsabilità di rappresentarla in seno alla sua massima istituzione. Avevi una carica incredibile. Un desiderio di fare e di scoprire tipico della tua solarità e della tua voglia di vivere. Ricordo, in particolare, quando mi parlavi della tua frazione, Frascaro, ma anche di Piediripa. Dicevi: “dobbiamo fare qui; dobbiamo andare là; parlare con Tizio; risolvere il problema di Caio”. Quando ci siamo trovati per mettere in piedi il nostro progetto per la città sapevo, tutti noi sapevamo, che avresti fatto molto per gli altri. Il tuo animo generoso, il tuo sorriso sempre acceso, la tua disponibilità sempre pronta erano un sicuro punto di riferimento per molti. Il vuoto che hai lasciato, Federico, è enorme, incolmabile. Sei stato importante per tutti noi: per la tua famiglia (a cui vanno tutto il mio calore e la mia vicinanza) e per i tuoi amici di sempre, con i quali questi anni hai condiviso mille esperienze, dalla passione per il calcio a quella per la balestra antica, tanta era la tua voglia di vivere e di impegnarti, sempre e comunque, senza mai risparmiarti, in prima persona.Trovare una risposta alla domanda PERCHE' diventa sempre più difficile alla luce di questi ricordi.Perché? Cosa è successo? In cosa abbiamo sbagliato? Nella casa del Signore vorrei pregare perché almeno lassù tu possa aver trovato quel conforto e quella pace che qui ti è venuta a mancare.E se una risposta proprio non c'è e forse non ci sarà mai perché rimasta dentro di te, a noi resta solo un grande, immenso vuoto, con il lacerante rimpianto di non essere riusciti, me compreso, a comprendere il disagio che evidentemente era dentro di te; quel malessere devastante che è rimasto nascosto ai nostri occhi e ai nostri cuori, forse troppo miopi e troppo chiusi per capire. Perdonaci per non essere stati più vigili e più vicini al tuo cuore. Perdonaci se puoi perché, anche se non hai gridato forte la tua insofferenza, il nostro dovere di amici avrebbe dovuto essere quello di intuire, indagare, parlare o semplicemente ascoltare di più e più attentamente. Voglio ricordati anche con quell'espressione simpaticamente seriosa che avevi quando imbracciavi la balestra nel Corteo Storico in onore del nostro santo patrono, Benedetto, alle cui attenzioni ti raccomandiamo con una preghiera che ci viene dal più profondo del cuore. Ce la mettevi tutta nell'incarnare l'austero balestriere che dava solennità e importanza a tutto il Corteo. E ti riusciva, credimi. Ma a noi che ti conoscevamo bene, anche in quelle occasioni trovavi sempre il modo di regalarci la tua caratteristica espressione sorridente con la quale accompagnavi le nostre chiacchierate in piazza e persino le nostre discussioni in giunta.In questi ultimi giorni, a me come – credo – a tutti quanti noi qui riuniti oggi, sono passate davanti agli occhi tante immagini, tanti tuoi ricordi. Mi sono tornati in mente i tuoi primi passi in Poste italiane, quando, ormai prossimo alla pensione, mi chiedevi consigli, ma mi davi anche tu qualche buon suggerimento. Ricordi? In te rivedevo un po' quella che era stata la mia carriera e parlavamo, parlavamo…Mai come adesso ho sentito la necessità di avere a disposizione una macchina del tempo per poter tornare indietro; per poter ritrovare quei momenti di confronto quasi confidenziale di un tempo così da poterti aiutare a condividere il malessere che ti affliggeva; così da poterti far capire, Federico, quanto importante fossi per tutti noi.Certamente per tua mamma Claudia e tua nonna Natalina alle quali rinnovo tutto il calore e la vicinanza miei personali e dell'intera amministrazione comunale con l'assicurazione che, per quanto possa valere in questi momenti, saremo sempre a loro disposizione.Ma tu, Federico, eri – E RESTERAI – importante anche per tutti quanti noi: per i tuoi amici di sempre, per la nostra squadra di calcio, per la Compagnia balestrieri, per tutti coloro che hanno avuto modo di conoscerti in questa tua BREVE – TROPPO BREVE – vita. Ho iniziato questo intervento di saluto chiedendoti scusa. Vorrei concluderlo, invece, dicendoti GRAZIE! GRAZIE per i tuoi sorrisi, per il tuo modo di essere, per il tuo impegno. GRAZIE per averci regalato la tua ineguagliabile vitalità.Noi tutti non dimenticheremo Federico. Come persone, come Comunità, come Amministrazione comunale, dobbiamo e vogliamo assumerci l'obbligo di riflettere su quanto accaduto e adoperarci, non a parole ma con i fatti, per fare in modo che ai nostri giovani non venga mai meno quella forza interiore, quell'energia, quella sicurezza e quella solidarietà necessarie per affrontare il futuro in maniera serena nonostante le avversità che, inevitabilmente, accompagnano la vita di ciascuno. Ciao Federico, Ti vogliamo e ti vorremo sempre bene. Il nostro cuore custodirà in eterno i bei ricordi che ci hai lasciato e ne farà tesoro. E anche se non ci daremo mai pace per la tua scomparsa prematura ed improvvisa, possa trovare tu la pace sperata, tra le braccia amorevoli di tuo padre e quelle misericordiose di nostro Signore, come è giusto che sia.Ciao Cecco!”


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