“Dare opportune direttive al gestore dei rifiuti Sogepu affinché si attivi per l’installazione di apparecchi tecnologici di videosorveglianza, cosiddetti ‘fototrappole’, al fine di monitorare il territorio e in particolare i luoghi bersaglio di un comportamento inquinante e lesivo come l’abbandono dei rifiuti”. E’ quanto propongono alla giunta con una mozione i consiglieri di Castello Cambia Emanuela Arcaleni e Vincenzo Bucci, per i quali è venuto il momento di “un intervento serio e deciso per affrontare la problematica dell’abbandono dei rifiuti e salvaguardare ambiente e territorio, facendo ricadere piena responsabilità dei comportamenti lesivi sugli autori del danno”.
A giudizio dei rappresentanti della minoranza gli impianti di videosorveglianza dovrebbero essere resi “attivi 24 ore su 24 anche con tecnologia ad infrarossi, al fine di acquisire immagini in grado di documentare i comportamenti illeciti nell’intera giornata” e dovrebbero essere spostati di volta in volta a seconda delle necessità, con i dovuti accorgimenti a tutela della privacy, così come già sperimentato in molti Comuni italiani, ma anche con le “opportune sanzioni pecuniarie in caso di rilevamento di comportamento illecito”.
L’iniziativa di Arcaleni e Bucci nasce dalla rilevanza del “numero di episodi, in ogni periodo dell’anno, relativi al ritrovamento, nell’ambito del territorio comunale, di cumuli di rifiuti di varia natura, sia in prossimità dei luoghi di raccolta, ma anche, e soprattutto, in luoghi assolutamente non adibiti né identificabili come tali” e alla luce del “ripetersi di varie segnalazioni che in quest’ ultimo periodo hanno riportato alla ribalta delle cronache questo problema, con ritrovamenti di rifiuti abbandonati nella zona di Fontecchio, lungo la strada Apecchiese e in zona Valdipetrina”.
Considerando anche “il costo di ripristino dell’area che deve essere ripulita a carico del gestore ed eventualmente dell’intera collettività”, per i rappresentanti di Castello Cambia è indispensabile agire per contrastare “comportamenti che hanno come conseguenza il degrado e l’inquinamento ambientale, il danno estetico ai luoghi dove avviene l’abbandono, un sensibile peggioramento della qualità della vita, nonché dei costi di natura economica che amministrazioni locali, gestori e associazioni devono sostenere per il ripristino dei luoghi”.
“Per ottenere un risultato significativo in termini di riduzione del fenomeno – osservano Arcaleni e Bucci – occorrerebbe una stretta sinergia tra le amministrazioni, i gestori e i singoli cittadini, attraverso denunce e campagne di sensibilizzazione”.