Sono le 21.10 quando il mondo si ferma davanti ai lanci delle prime agenzie e tv: Ingrid Betancourt è libera. Un blitz militare delle forze colombiane ha ridato la libertà alla candidata alla presidenza della Repubblica, rapita il 23 febbraio 2002, e ad altri 14 ostaggi, 3 militari americani e 11 colombiani. Arrivano le prime immagini quando un aereo della Fuerza aerea colombiana atterra nella base militare del Catam a Bogotà. Sono attimi interminabili. Alla fine il portellone si apre e Ingrid scende dalla scaletta: provata, magra ma apparein discrete condizioni. Un lungo abbraccio e le prime dichiarazioni. “Ringrazio Dio e i militari della Colombia, non ci siamo resi conto di quanto accadeva. Non uno sparo, ci hanno liberato alal grande” ha detto la senatrice a Radio Caracol.
All'Unità, lo storico quotidiano di sinistra, la redazione esplode in un grido di gioia: il giornale già da tempo aveva lanciato un appello proponendo il Nobel per la Pace per l'eroina francese.
Da Parigi si aggiunge l'urlo di gioia del figlio Lorenzo. “E' la notizia più bella della mia vita” il giovane che non vede la mare da quando era piccino. Sarkozy lasciato che siano proprio Lorenzo, Melanie, Lorenzo e la sorella Astrid a dare la notizia dall'Eliseo a tutta la Francia. I familiari della Betancourt ringraziano “il presidente Uribe e tutti i capi di stato dell'america latina che in questi anni ci hanno aiutato”. Poi di corsa al Charles De Gaulle dove un aereo di Stato li acompagnerà ad abbracciare la madre. A bordo anche l'ex marito Fabrice Delloye e il ministro degli Esteri Bernard Kouchner. I tre marines sono Thomas Howes, Marc Gonsalves e Keith Stansell. Erano stati rapiti nel 2003 quando il loro aereo fu abbattuto durante una missione antidroga. “Siamo molto contenti – è il messaggio del Papa fatto pervenire tramite padre Federico Lombardi – è una bella notizia e speriamo in un segnale promettente per un cammino di vera pacificazione più ampio e duraturo in tutta la Colombia”.
Ingrid e i tre soldati Usa erano considerati tra i ” 44 ostaggi chiave” nelle mani della guerriglia che in tutto tiene prigionieri circa 700 ostaggi.
Anche nella piccola Spoleto la notizia fa il giro della città. Sarebbe stato interessante avere un commento anche dello stesso Banshali, il regista della Padmavati, che alla priam mondiale a Parigi aveva dedicato l'opera proprio alla Betancourt.