Indagine Coronavirus, umbri tra i più collaborativi, ma solo il 43% fa il test : i dati regionali

Indagine Coronavirus, umbri tra i più collaborativi, ma solo il 43% fa il test : i dati regionali

Massimo Sbardella

Indagine Coronavirus, umbri tra i più collaborativi, ma solo il 43% fa il test : i dati regionali

Il presidente della Croce Rossa Italia, Paolo Scura: "Media tra le più alte d'Italia, ma bisogna migliorare" | Le telefonate tra diffidenza e curiosità
Mer, 27/05/2020 - 19:50

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Umbri tra i più collaborativi d’Italia nel sottoporsi al test sierologico per l’indagine nazionale sulla circolazione del Coronavirus, ma finora meno della metà ha accettato di effettuare il prelievo.

Dopo i primi due giorni di prelievi (si è iniziato il 26 maggio con l’Alto Tevere, Gubbio e Gualdo Tadino e il Trasimeno, e si è proseguito oggi con Perugia) il 43% degli umbri selezionati dall’Istat si è presentato ai centri dove i volontari della Croce Rossa Italiana stanno effettuando i prelievi.

Al terzo giorno di chiamate (le persone vengono contattate il giorno prima dal numero della Croce Rossa) in media poco meno del 50% accetta l’appuntamento. Di questi, un altro 5-6% poi non si presenta all’indomani per il test.

Nella prima giornata in Alto Tevere, nell’Eugubino-gualdese e al Trasimeno delle 150 persone contattate telefonicamente se ne sono presentate 55 per il prelievo con il pungidito.

Oggi sono state fatte 154 telefonate per le persone selezionate a Terni, Narni e Amelia, con 61 appuntamenti per domani (giovedì).

Il presidente CRI Umbria, Scura: “Bene in Umbria, ma possiamo migliorare”

Nel confronto con la media nazionale (che si attesta intorno al 25% nel primo giorno, ndr) – spiega il presidente del Comitato regionale umbro della Croce Rossa Italiana, Paolo Scurasono molto soddisfatto. L’Umbria ha la media più alta con le Marche e il Molise. Ma purtroppo i numeri complessivi di adesione a questa indagine sono molto bassi. Un’indagine, ricordo, condotta dal Ministero della Salute, alla quale Croce Rossa Italia sta offrendo il proprio supporto“.

Tra diffidenza e curiosità

Tante persone contattate sono diffidenti: “La telefonata con i nostri operatori – racconta Scura – dura in media 12 minuti. La gente vuole sapere a cosa serve l’indagine, come avviene il prelievo. Qualcuno fa domande perché è incuriosito. Tanti sono invece diffidenti. Qualcuno ci chiede anche come mai abbiamo il suo numero“.

Una diffidenza che non aiuta l’indagine, fondamentale per conoscere la circolazione del virus nel nostro Paese. Ed anche – come ha ricordato l’assessore umbro alla sanità, Luca Coletto, – in futuro per un eventuale piano di vaccinazioni.

Si confida nella seconda fase di prelievi

In questa prima fase gli umbri chiamati per i prelievi fino al 30 maggio saranno 816 sui 5.275 complessivi. Il presidente Scura confida di alzare la media umbra delle adesioni nella seconda fase dei prelievi, che inizierà dal 3 giugno, sempre secondo un programma diviso per città: “Speriamo di migliorare questo trend. Le persone che saranno chiamate per la seconda fase non sono le stesse di quella attuale – chiarisce -. Al momento non sappiamo se il Ministero deciderà di chiamare una seconda volta chi non si è presentato la prima per effettuare il prelievo“.

Orgoglio Croce Rossa

In Umbria grande è stata la mobilitazione dei volontari della Croce Rossa Italiana, molti dei quali anche professionisti che stanno mettendo al servizio le proprie conoscenze ed esperienza. “Un impegno grandissimo. In questa emergenza – commenta con orgoglio Scura – ho finalmente scoperto la Croce Rossa“.

Quando vedete comparire sul telefono il numero 06.5510 rispondete: è la Croce Rossa Italiana che vi invita al test sierologico nazionale per studiare la diffusione del Coronavirus nel nostro Paese.

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