“Confido, non formalmente, ma sostanzialmente nell’operato della magistratura” questa la dichiarazione di Antonio Perelli in una lunga nota, in merito all’indagine dei carabinieri del Nas di Perugia legata anche alla sua posizione di ex dirigente della Regione.
Sanità, 5 indagati e una delibera “sotto la lente”
Immenso dispiacere. “Sono sicuro che la mia posizione verrà positivamente chiarita”, dice Perelli e anche “In merito alle vicende riportate dai giornali negli ultimi giorni riferibili alla mia persona, non posso sottacere l’immenso dispiacere e stupore che si fonda su 35 anni di attività in cui mai un solo appunto mi è stato mosso”.
Riconfermato. “E’ vero il contrario – dice Perelli – in quanto la stessa giunta regionale, poco tempo fa, a seguito di sollecitazioni esterne, con una delibera, ha ribadito la piena fiducia nei miei confronti, confermandomi l’incarico dirigenziale di responsabile del servizio.
Fiducia nella magistratura. “Confido quindi non formalmente, ma sostanzialmente, nell’operato della magistratura e sono sicuro che, all’esito delle indagini, la mia posizione sarà definitivamente e positivamente chiarita”, conclude Perelli.
I Nas hanno acquisito documenti dell’assessorato alla Sanità
L’avvocato. “Ho trovato il mio assistito assolutamente determinato e soprattutto lineare nell’approfondimento operato all’esito dei fatti”, ha quindi detto il suo difensore, l’avvocato Alessandro Vesi. “Posso dire che il dottor Perelli – ha concluso il legale – è sicuro di chiarire ogni e qualunque aspetto di questa vicenda”.
I reati. Eppure le indagini della Procura dirette dal pubblico ministero Mario Formisano parlano di ipotesi di reato come associazione a delinquere, abuso d’ufficio e truffa. E nel registro della procura non è da solo, con lui anche altri due funzionari della Regione e i titolari di due farmacie, una di Perugia e una di Gubbio. Ipotesi, questo è doveroso sottolinearlo, ancora tutta da riscontrare.
Prezzi gonfiati. Per quanto riguarda Perelli nel mirino della Procura ci sarebbe la farmacia di Deruta che porta il nome di famiglia dalla quale sarebbero stati venduti ossigeno terapeutico e materiali per la diagnostica di soggetti diabetici a prezzo maggiorato.
Il tutto “in un groviglio di relazioni” che evidentemente secondo il pm sono da chiarire per determinare se vi furono forzature della legge anche nell’attribuzione alle due farmacie (di Perugia e Gubbio) della gestione di depositi farmaceutici (farmaci a base di oppiacei) che secondo la procura non avrebbero potuto detenere per mancanza di requisiti tanto più che l’apposita commissione della Usl Umbria 1 aveva espresso riserve.