Due mesi di indagine degli investigatori della Divisione Anticrimine per smascherare un perugino 52enne che per “aiutare” tre extracomunitari aveva falsamente dichiarato di averli alle proprie dipendenze. Gli accertamenti sono partiti quando i poliziotti dell’Ufficio Immigrazione, durante gli accertamenti sulle richieste di rinnovo di soggiorno inoltrate dai cittadini stranieri, hanno notato una strana anomalia: un impiegato di una azienda privata, 52enne perugino, con un reddito appena sufficiente per il sostentamento di una famiglia, che aveva alle proprie dipendenze ben cinque collaboratori familiari.
Gli agenti, coordinati dal Vice Questore Aggiunto Maria Rosaria De Luca, hanno così deciso di chiarire la vicenda. In casa del 52enne perugino, a San Sisto, c’è effetivamente la madre, un’anziana non autosufficiente, che, abitando in un appartamento autonomo, necessita di assistenza costante. I poliziotti però tengono sott’occhio la casa di San Sisto, e notano l’alternarsi delle visite di due giovani, una tunisina e una albanese. Degli altri tre, due giovani marocchine e un trentenne tunisino, nessuna traccia.
Chiarito questo aspetto, diventa facile accertare tutto il resto: le due straniere effettivamente in servizio erano regolarmente assunte, pagate dell’anziana signora. Gli altri tre non accudivano in realtà la donna, ma erano stati assunti dall’indagato solo per agevolarne il rilascio dei permessi e per consentire loro di restare in Italia.
Il 52enne è stato indagato per falso e per violazione alle norme sull’immigrazione al fine di favorire illecitamente la permanenza dei tre extracomunitari. Si è poi giustificato affermando di voler “fare un favore” ai tre extracomunitari. Tutti e tre gli stranieri sono stati invece indagati per il concorso nel reato di falso; il rilascio del loro permesso di soggiorno è stato negato e dovranno lasciare il territorio nazionale.