IL VESCOVO GUALTIERO SIGISMONDI HA VISITATO E BENEDETTO LA DIREZIONE GENERALE DELL'ASL N. 3 DELL'UMBRIA - Tuttoggi.info

IL VESCOVO GUALTIERO SIGISMONDI HA VISITATO E BENEDETTO LA DIREZIONE GENERALE DELL'ASL N. 3 DELL'UMBRIA

Redazione

IL VESCOVO GUALTIERO SIGISMONDI HA VISITATO E BENEDETTO LA DIREZIONE GENERALE DELL'ASL N. 3 DELL'UMBRIA

Ven, 15/04/2011 - 11:54

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“Lavorate nella cabina di regia di un settore strategico”. Con queste parole il vescovo di Foligno, monsignor Gualtiero Sigismondi, si è rivolto ai dipendenti della Direzione Generale dell’Asl n. 3 dell’Umbria. Questa mattina, alle ore 9, il Vescovo, accompagnato dal parroco della cattedrale, don Giuseppe Bertini, è stato accolto nella sala riunioni dal direttore generale dell’azienda, Maria Gigliola Rosignoli, dal direttore sanitario, Sandro Fratini e da tutti i dipendenti della direzione di Piazza Giacomini in occasione della visita e benedizione di Pasqua. “Siamo onorati della visita di Sua Eccellenza – ha detto nell’introduzione il direttore generale – abbiamo instaurato ottimi rapporti e, soprattutto, in un anno particolarmente difficile per l’Azienda la benedizione del Vescovo è un ottimo viatico per la nostra attività”. Prima della benedizione, monsignor Sigismondi ha invitato tutti a riflettere sul tema della sofferenza attraverso la lettura di alcuni passi della sua prefazione ad un libro del professor Mario Timio, “medico che scorge nelle piaghe del corpo le ferite dell’anima”, che raccoglie appunto tanti tasselli dell’animo umano messo alle strette dalla malattia e dal dolore. “Per mettere a fuoco questi tasselli – ha detto monsignor Sigismondi – è opportuno richiamare l’enciclica Deus Caritas est di Papa Benedetto XVI. Spesso non ci è dato conoscere il motivo per cui Dio trattiene il braccio invece di intervenire. Perché Signore – ha spiegato il Vescovo – è uno dei tanti perché che il linguaggio della croce impone alla mente umana e che attendono di essere tradotti in un’invocazione. E questo lavoro di traduzione consente di entrare nello spessore della croce, la quale, se ha la forza di sfigurare il corpo umano, ha il potere di trasfigurare l’anima. Questo della croce – ha concluso – è un linguaggio duro, difficile da intendere e tuttavia incisivo, provate infatti a togliere la lettera s dal verbo soffrire e questo si trasformerà in offrire”.

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