IL MERCATO DELLE GAITE (2): ALLA SCOPERTA DELLE 4 CONTRADE CHE SI CONTENDONO IL PALIO - Tuttoggi.info

IL MERCATO DELLE GAITE (2): ALLA SCOPERTA DELLE 4 CONTRADE CHE SI CONTENDONO IL PALIO

Redazione

IL MERCATO DELLE GAITE (2): ALLA SCOPERTA DELLE 4 CONTRADE CHE SI CONTENDONO IL PALIO

Mer, 25/06/2008 - 16:35

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Continua il viaggio di Tuttoggi.info alla scoperta del Mercato delle Gaite di Bevagna. Dopo aver approfondito la conoscenza delle gaite S.Giorgio e S.Maria (clicca qui), passiamo in rassegna le altre due contrade per conoscere meglio la storia, le caratteristiche e le novità di questa edizione del Mercato delle Gaite.

LA GAITA SAN GIOVANNI

La gaita S.Giovanni è quella che attualmente ha una superficie maggiore rispetto alle altre ed è ricca di piazze, piazzette, chiese, monumenti e reperti archeologici. I mestieri si dislocano lungo il quartiere archeologico, che, con la sua curvatura, segue l'emiciclo delle gradinate del Teatro Romano; in particolare nell'ambulacro maggiore e a ridosso della chiesa di S.Francesco, nella parte più alta della città, dove certamente sorgeva un tempio romano. Il Pietrangeli ricorda che nei pressi fu trovata una iscrizione che documentava l'esistenza di una via trionfale, lastricata in pietra di Spello. Nel secolo XIII qui sorgeva l'oratorio di San Giovanni Battista, da cui la gaita prende il nome; poi nel 1275 il Priore della Collegiata S.Angelo cedette l'oratorio ai frati minori, che eressero un nuovo tempio, sempre intitolato al Battista, in seguito a S.Francesco. Nella zona del teatro, erroneamente detta dell'anfiteatro, si colloca il mestiere della cartiera, che occupa una parte dell'ambulacro maggiore del teatro appartenente a privati. A ridosso della chiesa di S.Francesco si colloca la lavorazione del vetro.

I mestieri

La cartiera: sul finire del XIII secolo si diffondono in Italia le tecniche di produzione della carta fino ad allora gelosamente custodite per molti secoli da arabi e cinesi. Nel tardo medioevo, grazie all'intraprendenza del ceto artigianale di alcune città italiane, l'industria della carta diviene ben presto un'attività altamente specializzata e redditizia, mentre il prodotto finito risulta sempre più impiegato nei processi di lavorazione. Creano strutture ed impianti adeguati ad una produzione sempre crescente ed in alcuni casi dirigono anche lucrose attività commerciali. L'area appenninica umbro-marchigiana ed in particolare la città di Fabriano costituiscono la patria di origine di molti maestri cartai che negli ultimi secoli del medioevo esportano il loro apprezzato prodotto e la loro raffinata arte in ogni parte d'Europa.

Le campane: in questa edizione del Mercato delle Gaite 2008, la gaita San Giovanni presenta un nuovo mestiere, quello della fabbricazione delle campane. Il processo di realizzazione è molto complesso, e richiede dei tempi al quanto lunghi. E' già deciso comunque che una campana che verrà realizzata nel corso della manifestazione sarà esposta e visibile a tutti.Il console della Gaita S.Giovanni, Silvio Bellini si è detto orgoglioso per l'allestimento del nuovo mestiere finalizzato alla fabbricazione delle campane. Hanno inoltre realizzato delle nuove magliette con la scritta “non c'ho un pensiero”, poiché, come dice scherzosamente il console “non abbiamo un pensiero nei confronti delle altre gaite perché siamo i migliori”. Per quanto riguarda il piatto gara, il console mantiene il massimo riserbo, preannunciando solo che si tratterà di uno spezzatino, ovviamente di piena concezione medievale.

GAITA SAN PIETRO

Intorno alla piazza S.Filippo, che costituiva uno dei più antichi punti di riferimento del quartiere, pulsa il cuore della gaita S.Pietro. Di estensione territoriale limitata, ma con un'elevata densità abitativa, la Gaita S.Pietro ripropone un medioevo a tutto tondo, un insieme di gioco e realtà, frammenti di un era perennemente in tensione tra bisogni ed elevazioni spirituali , insomma un Medioevo sopratutto ripensato come “luogo dell'anima e del corpo”. Il mercato della gaita S.Pietro si sviluppa nella parte sottostante la piazza principale di Bevagna, fino a lambire le mura di porta Guelfa, per poi risalire in un suggestivo percorso che trova il suo momento culminante nella piazza S.Filippo. Per l'intero percorso del mercato, in una coinvolgente atmosfera di suoni e colori, si ammirano bancarella di vendita, mercanti, botteghe artigiane e scene di vita medievale. Un ambiente dove nascono giovani amori e dove cavalieri, frati, santi e demoni si incaricano di rappresentare la continua – anche se talora contraddittoria – ricerca di quella “luce” che illumina un'epoca, la quale, forse più di ogni altra, ha cercato di far incontrare il cielo e la terra, i santi e i buffoni, gli uomini e le bestie, la mistica e la caccia alle streghe.

I mestieri

Lo Scriptorium: nel convento domenicano fondato dal Beato Giacomo Bianconi (1301), ricostruito sulla base delle indicazioni fornite dalla leggenda scritta da Magister Ventura da Bevagna, è in funzione un attrezzato Scriptorium, certamente una delle espressioni più qualificate della manifestazione. Infatti, le pelli di agnello o di capra, una volta essiccate, vengono lavate e rammorbidite, per essere successivamente immerse in una poltiglia di acqua e calce. Distese sullo “zampetto” vengono prima lavate della lana, poi di tutto il “carniccio”; dopodiché sono messe in tensione su appositi telai, ai quali sono fissate attraversi il procedimento dell' “imbrecciatura”, un sistema che tutela la pelle dall'elevato rischio di rompersi. Dopo essere state essiccate, le pelli – ormai pergamene – sono soggette alle operazioni di pomiciatura, piegatura, foratura e rigatura pronte per diventare fascicoli bianchi di libri. Dopo essere stati scritti, i fascicoli passano sul tavolo del decoratore, che li completa con semplici lettere iniziali di diverso colore oppure con vere e proprie Historie miniate, o con ornamentazioni a motivi antropomorfi, zoomorfi, floreali e geometrici. I vari fascicoli sono poi cuciti e protetti da apposite coperte, che ne garantiscono una lunga conservazione. I frati domenicani della Gaita S.Pietro provvedono, inoltre, a preparare, sulla base di antiche ricette, inchiostri e colori ed utilizzano, come strumenti di lavoro, penne d'oca appositamente appuntite e “stil di piombo”, corna di bue come calamai, pennelli di pelo di scoiattolo, mollica di pane, pietra pomice e zampetti di coniglio. Tra i codici già realizzati si possono ammirare un esemplare della Leggenda del Beato Giacomo Bianconi, un volgarizzamento di Fabulae di Esopo e un Ordo Missae.

Ars Spetiarioum: la spezieria, oltre che dalla bottega, vale a dire dal locale adibito alla vendita di prodotti di uso quotidiano è costituita da diversi laboratori nei quali vengono prodotti elisir, spezie, sostanze medicamentose, inchiostri e candele di cera.La gamma dei prodotti in vendita presso lo Speziale di Bevagna e di alcune delle sue attrezzature è stata desunta da un inedito documento trecentesco di uno speziale Orvietano, mentre le tecniche di distillazzione e di preparazione delle sostanze, nonché i necessari contenitori sono stati ricostruiti sulla base dei trattati basso-medievali di alchimia, dei ritrovamenti archeologici e delle fonti iconografiche.

Come ha spiegato il console della gaita S.Pietro, quest'anno il mestiere è stato rinnovato, e reso più fedele alla realtà storica. Lo speziale infatti, oltre ad essere il realizzatore dei preparati medicamentosi, coltivava egli stesso le erbe officinale. Proprio per questo è stato dedicato uno spazio in cui sono coltivate le piantine necessarie alle successive lavorazioni.Il piatto gara presentato dalla S.Pitro sarà il Brodo Saraceno: un pollo che subisce una doppia lavorazione, prima arrostito, poi fatto in umido con delle particolari salse.

L'invito ad andare al Mercato delle Gaite viene rinnovato, per non perdersi la visita alle gaite che offrono, ognuna con le loro particolarità, la possibilità di godere della singolare atmosfera che in questi giorni si può respirare a Bevagna.


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