IL CONSIGLIERE PROVINCIALE PANFILI (PDL) CRITICO SULLA QUESTIONE QUOTE ROSA - Tuttoggi.info

IL CONSIGLIERE PROVINCIALE PANFILI (PDL) CRITICO SULLA QUESTIONE QUOTE ROSA

Redazione

IL CONSIGLIERE PROVINCIALE PANFILI (PDL) CRITICO SULLA QUESTIONE QUOTE ROSA

Mar, 15/03/2011 - 17:03

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di Giampiero Panfili (*)

Apprendo dalla stampa la proposta congiunta, dei Consiglieri Maria Rosi, Sandra Monacelli e Franco Zaffini in merito alla modifica della legge elettorale regionale inserendo, a pena di inammissibilità della lista, l'obbligo di quote paritarie tra i candidati uomini e donne. L'idea matura proprio dall'esame dei dati umbri: a fronte di un elettorato femminile del 52%, i “candidati rosa” sono stati solo il 35% e le elette appena il 19%. Da qui l'idea di cambiare la legge elettorale cercando di imporre la parità del numero di candidati all'interno delle liste, per poi prevedere l'introduzione anche di una doppia preferenza da ripartire tra uomini e donne. Paradossalmente, seguendo il ragionamento dei promotori della modifica, si potrebbe imporre direttamente l'obbligo di eleggere un numero di candidati rosa pari alla metà dei seggi disponibili o, addirittura, imporre all'elettorato femminile di votare soltanto rappresentanti donne! E' chiaro che tutto questo sfiora il ridicolo!

Fermo restando che nella politica umbra sono numerosi gli esempi di donne impegnate che hanno raggiunto i massimi livelli istituzionali e le più alte cariche in seno ai rispettivi partiti e che, quindi, non pare doversi registrare un fenomeno di preoccupante sotto-dimensionamento delle quote rosa, quello che deve essere sottolineato è che l'idea stessa di pretendere di raggiungere la rappresentanza paritaria attraverso una legge, si traduce inevitabilmente in un ingiustificato condizionamento nella scelta delle preferenze, violando addirittura il principio delle libertà del voto costituzionalmente riconosciuto. La scelta elettorale deve rispondere ad un Principio di Rappresentatività della classe politica rispetto alle sensibilità culturali e programmatiche del corpo elettorale, e non può essere ridotto ad un mero discorso di rappresentanza di genere “maschile – femminile”! Ritenere che le donne, per legge, siano portatrici di istanze specifiche, ci induce a pensare che il medesimo discorso debba essere fatto anche per i giovani e gli anziani, per i diversamente abili e per i normodotati, per singole categorie professionali, per titoli di studio, per la provenienza culturale o addirittura etnica e, magari anche per censo, e per ogni altra peculiarità specifica. Non avrebbe più senso invece cercare di favorire un ricambio generazionale all'interno della politica?

Caratteristica della “buona Politica” è quella di una rappresentatività a 360 gradi, capace di essere un momento di sintesi tra le istanze di “categoria” nell'interesse della comunità intera! Proporre una diversa impostazione significa rifarsi a logiche di contrapposizione tipiche di vecchie ideologie di classe! Se la politica manca di rappresentatività, non può nascondersi dietro un dito parlando di “rappresentanza”, ma dovrebbe fare autocritica e interpretare una società che inevitabilmente muta, magari capendo che non si può essere uomini (e donne) per tutte le stagioni! Il problema vero, è semmai quello di garantire la parità di accesso alla carriera politica, combattendo e condannando eventuali forme di discriminazione legate al sesso. Il risultato dell'aver imposto le quote rosa in seno alle liste ha prodotto, talvolta, una corsa alle candidate inserite soltanto con l'unico merito di essere donne (e i risultati conseguiti spesso lo evidenziano chiaramente), magari a scapito di giovani preparati e con un curriculum di militanza di tutto rispetto.

E' anche accaduto, in giro per l'Italia, che vi fossero Giunte composte di sole donne ma gridare allo scandalo denunciando una mancanza di rappresentanza maschile, non ha senso! La classe politica non deve essere rosa o azzurra, quanto piuttosto seria, onesta e preparata, il resto sono solo chiacchiere da bar! Prevedere invece un limite ai mandati per gli eletti…avrebbe invece più senso e garantirebbe un certo ricambio generazionale!

(*) Consigliere provinciale Pdl


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