Da una parte l'esigenza di fermare il proliferare della specie, dall'altro si cercano soluzioni alternative ad abbattimenti e battute di caccia
Il caso cinghiali in Consulta comunale degli animali. La prima a tornare a riunirsi in presenza, nella Sala dei Notari.
La seduta è stata l’occasione per presentare agli operatori del settore il Garante per la protezione degli animali, avv. Francesca Forlucci, che ha preso parte all’intero incontro. Quindi, è stata affrontata la problematica dell’eccessiva presenza dei cinghiali, sulla quale istituzioni, associazioni animaliste, rappresentanti del mondo agricolo e di quello della caccia si sono confrontati in maniera fattiva.
Caccia e abbattimenti, soluzioni e alternative
“Come Consulta – hanno spiegato il presidente Valigi e la vice presidente Morbello – abbiamo cercato, da un lato, di capire se era possibile evitare l’abbattimento dei capi previsto dalla Regione e, dall’altro, di scongiurare per il futuro battute di caccia troppo a ridosso dei centri abitati, come in alcuni casi ci è stato segnalato. In ogni caso, abbiamo chiesto di valutare per il prosieguo azioni di prevenzione che permettano di evitare situazioni di emergenza come quella in cui ci troviamo al momento. È innegabile – hanno concluso – che è necessario arrivare, con il contributo di tutti, a una soluzione che contemperi le diverse esigenze e per questo come Consulta non faremo mancare il nostro apporto”.
All’incontro hanno partecipato, oltre ai consiglieri in rappresentanza dell’amministrazione, la USL Servizi veterinari Sanità animali, le associazioni Lav, Gesti d’amore, 4 zampe e Oipa, che fanno parte della Consulta, quindi Perugia City Dog, Wild Umbria, Gruppo Cinofilo perugino, il Servizio Foreste, montagna e faunistica venatoria della Regione Umbria, Enci, Federcaccia, ATC1, il Dipartimento di Veterinaria dell’Università di Perugia e il consigliere Giacomo Cagnoli, che si è fatto per l’occasione portavoce delle esigenze degli agricoltori.
Proprio la questione cinghiali sta paralizzando l’Atc1, con i cacciatori che hanno fatto saltare l’approvazione del bilancio di fronte alla proposta di aumentare le quote a loro carico per risarcire gli agricoltori dei danni subiti.