I sindaci scrivono alle Poste: riaprite gli uffici chiusi

I sindaci scrivono alle Poste: riaprite gli uffici chiusi

Redazione

I sindaci scrivono alle Poste: riaprite gli uffici chiusi

Per molti anziani impossibile riscuotere la pensione | Alcuni centri sono anche senza banca
Sab, 14/03/2020 - 13:57

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I sindaci umbri chiedono alle Poste di riaprire gli uffici chiusi a causa dell’emergenza Coronavirus.

In una lettera indirizzata a Poste Italiane e, per conoscenza, alla presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, ai prefetti di Perugia e Terni, rispettivamente Claudio Sgaraglia e Emilio Dario Sensi, il presidente Anci Umbria Francesco De Rebotti e il coordinatore Piccoli Comuni umbri Federico Gori chiedono la riapertura degli Uffici Postali chiusi, a seguito dell’emergenza sanitaria in corso.

La lettera

La rimodulazione/chiusura di alcuni Uffici Postali, a seguito del Covid 19, soprattutto in aree interne e periferiche del nostro territorio regionale, sta creando forti disagi ai cittadini e alle nostre comunità.

Anci Umbria ha raccolto diverse segnalazioni da parte dei sindaci, evidenziando come la chiusura abbia determinato un impatto negativo sui territori. Pur comprendendo la situazione che, peraltro, è complessa per tutti, a partire dai cittadini, tuttavia si ricorda che il servizio rientra fra quelli essenziali. Gli Uffici Postali sono un presidio che erogano servizi di primaria necessità. Non solo. In un momento di grandissimo disagio come quello attuale, con l’emergenza sanitaria in corso, la chiusura provoca un ulteriore grave danno all’intera comunità.

Anziani svantaggiati

Occorre anche pensare a quei centri in cui vivono soprattutto anziani che utilizzano gli Uffici Postali per il pagamento delle utenze o per il prelievo di contanti. E’ bene ricordare anche che il taglio delle corse dei bus ha isolato alcuni territori, rendendo impossibile per alcune persone persino riscuotere la pensione. Inoltre, in alcuni piccoli centri, non ci sono sportelli bancari e dunque, gli Uffici Postali sono l’unico strumento per talune operazioni.

Proprio il decreto ministeriale, cui Poste Italiane fa riferimento nell’assunzione di tale decisione – concludono i sindaci umbri – vieta spostamenti e assembramenti. Ma la chiusura di alcuni uffici determina necessariamente un afflusso di persone concentrato in altre sedi, a loro volta interessate da provvedimenti di forte riduzione degli orari di apertura, aggiungendo in tal modo disagio al disagio“.

Con la presente, Anci Umbria chiede l’immediata riapertura di quegli uffici arbitrariamente chiusi, per mantenere un servizio essenziale di pubblica utilità e, in ogni caso, la possibilità di valutare e concordare insieme ogni decisione, nel rispetto dei ruoli di ciascuno”.

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