Quando si sconfigge la morte, e ciò che è stato in vita diventa memoria collettiva, incancellabile, quando decine e decine di ballerini di ogni latitudine e scuola nel corso degli anni hanno tratto ispirazione ed hanno ballato, passo dopo passo, movimento dopo movimento ogni coreografia di quella memoria, quando infine nulla in ogni caso sarà mai ciò che è stato in origine, solo allora si potrà riuscire a comprendere in minima parte ciò che significa essere, ancora oggi e per sempre, Rudolf Nureyev.
Su questa premessa ogni Tributo, o Galà dedicato hanno il solo scopo di mantenere sempre viva l’attenzione delle nuove generazioni, di tutti coloro che non hanno avuto la fortuna di vedere con i propri occhi il “Tartaro Volante” camminare, ballare, parlare, vivere.
A Spoleto, che accolse Nureyev come protagonista sin dal 1963 al Festival dei Due Mondi con Carla Fracci (a seguire nel 1964 con la sua musa Margot Fonteyn e poi nel 1984 con la splendida Sylvie Guillem ndr.), ieri sera, 28 luglio, al Teatro Romano è andato in scena un Tributo in suo onore degno della migliore tradizione del balletto classico. Organizzato dalla Daniele Cipriani Entertainment e promosso nella rassegna estiva di I Love Spoleto, il Tributo a Nureyev ha visto protagoniste alcune delle migliori etoile del panorama internazionale del balletto classico. Davanti ad un pubblico numeroso, competente ed appassionato hanno danzato,
Bakhtiyar Adamzhan Opera di Astana
Martina Arduino Teatro alla Scala di Milano
Maria Khoreva Teatro Mariinsky di San Pietroburgo
Daria Ionova Teatro Mariinsky di San Pietroburgo
Nicoletta Manni Teatro alla Scala di Milano
Tatiana Melnik Hungarian State Opera
Anastasia Nuikina Teatro Mariinsky di San Pietroburgo
Xander Parish Teatro Mariinsky di San Pietroburgo
Oleg Rogachev Opéra National de Bordeaux
Mattia Semperboni Teatro alla Scala di Milano
Marc-Emmanuel Zanoli Opéra National de Bordeaux.
Accompagnati dalla proiezione multimediale di Massimiliano Siccardi, filo conduttore della serata con immagini e frasi del grande ballerino, sono state eseguite delle coreografie che ancora oggi strappano applausi a scena aperta e sulle quali si misurano costantemente tutti coloro che hanno ben chiaro cosa voglia significare avere la padronanza della tecnica unita al talento, ed anche, come nel caso di un Tributo all’immortale Nureyev, avere una discreta faccia tosta.
In scena dunque,
Le Corsaire (pas de deux, II atto)
Don Chisciotte (pas de deux, III atto)
Il lago dei cigni (pas de deux, II atto)
Le Jeune Homme et La Mort coreografia Roland Petit
Apollo coreografia George Balanchine, musica Igor Stravinsky
Le Chant du Compagnon Errant (coreografia Maurice Béjart)
Marguerite and Armand (II atto, Adagio bianco-coreografia Frederick Ashton)
Prima della serata al Romano c’era stata una certa attesa mondana per l’arrivo a Spoleto di Xander Parish, Principal Dancer del celebrato e temuto Teatro Mariinsky di San Pietroburgo. Alcuni articoli di stampa (anche su Vogue Italia) ne hanno descritto la bellezza scultorea e la grande bravura, oltre al fatto che, al contrario del Tartaro Volante, Parish dal Royal Ballet di Londra è emigrato 8 anni fa in Russia, accettando la sfida del Mariinsky. Tra tutti i presenti a Spoleto indubbiamente è proprio lui il ballerino che più si avvicina all’allure di Nureyev che, lo ricordiamo, nel 1961 scavalcò le transenne dell’aeroporto di Parigi per riparare definitivamente in Occidente. Altri tempi e altre motivazioni. Sicuramente altri caratteri e forza di volontà.
Splendido l’Apollo di Parish danzato con le deliziose Maria Khoreva, Anastasia Nuikina e Daria Ionova (anche loro del Mariinsky)
Chi invece ha ricordato più di altri, nella serata spoletina, la grande capacità di volare e rimanere come sospeso in aria di Nureyev è stato lo spettacolare e passionale Bakhtiyar Adamzhan, dell’ Opera di Astana.
Molto apprezzate le sue esecuzioni in Don Chisciotte, con la splendida Tatiana Melnik e in Le Jeune Homme et La Mort di Roland Petit con la bravissima ed espressiva Nicoletta Manni, prima ballerina della Scala
Menzione anche per il giovane Mattia Semperboni della Scala di Milano, protagonista in un energico Le Corsaire, con la giovane e brava Martina Arduino
Uno spettacolo, il Tributo a Rudolf Nureyev visto a Spoleto, che non si abbandona a sentimentalismi o commozioni studiate a tavolino, ma che al contrario esalta il valore della testimonianza artistica del grande ballerino e la sua maggiore fatica in vita, quella di fondere nel proprio corpo, per poi generosamente restituire, elementi assoluti come la bellezza, l’armonia, la forza di volontà, la creatività e la cultura unita alla voglia di conoscere, senza barriere e limiti, consapevole di avere un talento non misurabile.
Tanti gli applausi a scena aperta ed ancora un successo per I Love Spoleto, che sul programma di danza e balletto ha fatto più che una scommessa. Peraltro ampiamente ripagata dal gradimento del pubblico.
Foto: Tuttoggi.info (Carlo Vantaggioli)
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