Ci sono guai per un frantoio oleario nell’eugubino. La guardia di Finanza di Gubbio ha infatti scoperto, dopo vari accertamenti, che la suddetta azienda stava impiegando ben tre lavoratori non in regola con le norme in materia di lavoro.
Lo stratagemma dei buoni lavoro – E’ stato inoltre individuato un utilizzo strumentale dei buoni lavoro (c.d. voucher) normalmente utilizzati nell’ambito del lavoro occasionale di tipo accessorio e disciplinati dalla Legge 276/2003. Questo particolare strumento normativo si presta a facilitare l’emersione del lavoro nero per cui, attraverso l’utilizzo di tali buoni, l’imprenditore assolve gli adempimenti giuslavoristici ed i lavoratori, seppur in cassa integrazione e/o disoccupazione, non hanno nulla da temere in caso di eventuali controlli.
La mossa sbagliata – Gli accertamenti fatti dai Finanzieri, invece, hanno consentito di rilevare l’utilizzo indebito di tale modalità agevolativa di impiego, poiché l’imprenditore ha voluto dare una parvenza di legalità all’impiego dei lavoratori in caso di controlli, acquistando i voucher solo per 4 giornate lavorative, quando l’effettivo impiego dei medesimi è stato di circa 22 giorni.
Si è quindi proceduto all’inquadramento dei dipendenti nell’ambito dei contratti di lavoro a tempo determinato e, nei confronti del datore di lavoro, è scattata la maxisanzione prevista dall’attuale normativa.
Evasioni e sanzioni – Al termine dell’ispezione, che ha riguardato soltanto un breve periodo, è stato possibile contestare al titolare del frantoio l’omesso versamento di ritenute IRPEF per 570 euro, ricavi non fatturati per 2.500 euro ed IVA per 200 euro, oltre a numerose irregolarità in materia di lavoro con l’applicazione di sanzioni per 7.812 euro. Sono tuttora in corso anche approfondimenti per l’individuazione di eventuali forme di sostegno del reddito percepite dai lavoratori in nero.