I gruppi di opposizione in Consiglio Comunale a Spoleto elaborano un documento unitario con il quale esprimono un netto giudizio sul metodo della “condivisione” molto richiamato dal sindaco Andrea Sisti nella sua azione amministrativa.
“Per noi le parole hanno un valore ben preciso e, sino ad ora, abbiamo creduto a chi, con l’autorevolezza propria di un Sindaco, da mesi continua a promettere gesti ed atti di condivisione”, recita una nota stampa a firma dei consiglieri Alessandro Cretoni, Alessandra Dottarelli, Sergio Gifoni, Paolo Imbriani e Gianmarco Profili.
“Condividere– prosegue il documento- è anche una parola dal significato chiaro e specifico e non approssimativo o di convenienza: significa partecipare e definire “insieme” ed a priori gli obiettivi, affinché si arrivi poi ad un largo consenso.
Non può invece voler dire comunicare agli altri quanto già deciso, con il riduttivo scopo di renderli edotti di quanto già disposto. Questo è solo informare!
E questo è ciò che è avvenuto nell’ultimo Consiglio Comunale, dove è stata approvata una variazione di bilancio in esercizio provvisorio con una modalità, legittima, ma straordinaria. Un provvedimento che autorizza la spesa di quasi 3 milioni di euro di fondi in arrivo a Spoleto.
Sia ben chiaro, siamo felicissimi che arrivino queste risorse economiche per la città, ma avremmo voluto condividerne le scelte di impegno, sempre nel rispetto dei ruoli assegnati dagli elettori, anche perchè ancora non sono state discusse nemmeno le linee di mandato, utili a comprendere la strada che vuol perseguire la nuova Amministrazione.
Non ci si può chiedere un voto favorevole, quando l’argomento, già deciso, viene trattato prima dai giornali e solo dopo nelle sedi istituzionali, giustificando il tutto con il carattere d’urgenza.
Un modo bizzarro di interpretare il termine “condivisione”!
Va detto che questi fondi fanno parte del “Pacchetto Sisma” finanziato con il Fondo complementare al PNRR e sono finalizzati alla ripresa e allo sviluppo economico delle aree del “cratere del sisma”, da destinare esclusivamente ad opere di riqualificazione sociale e miglioramento economico.
Ebbene, 2,1 milioni circa dei tre previsti, verranno utilizzati per rigenerare le piazze e gli spazi aperti, non meglio definiti, delle frazioni di Azzano, Eggi, San Giacomo, Bazzano, Poreta e Monteluco, mentre gli altri 700 mila saranno destinati al rifacimento delle strade di Forca di Cerro, Fabbreria e Colle la Pittura a Montepincio.
Quest’ultima, per esempio, a volerla cercare con fatica sulla mappa, collega solamente alcune abitazioni sparse tra Montepincio e S. Chiodo.
Possibile che non c’erano altre strade, che versano ugualmente in pessime condizioni, più frequentate, con maggiore presenza demografica ed ugualmente pericolose?
Quali parametri oggettivi sono stati presi in esame per scegliere?
Le linee di mandato
Ecco perché è difficile, in assenza delle “linee di mandato”, comprendere come le destinazioni di queste risorse da parte della Giunta Sisti siano funzionali, strategiche e finalizzate alla ripresa ed allo sviluppo economico di Spoleto, eccezion fatta per la riqualificazione dell’area del Monteluco.
La finalità di tali risorse finanziarie è incentrata sul rilancio economico.
Gli interventi fatti dalla maggioranza in Consiglio Comunale, si sono invece indirizzati verso una più generica manutenzione del territorio periferico.
Dove sta il rilancio economico?
Non perché le frazioni non siano importanti, anzi, ma così facendo, si alimentano sospetti e si disattendono le prerogative delle risorse messe a disposizione a livello centrale.
Se ci avessero preventivamente coinvolto, avremmo potuto dare qualche consiglio utile, in una visione di investimento funzionale al rilancio della città.
Ricordiamo che queste risorse sono state assegnate solo perché siamo inseriti nel “cratere del sisma”, grazie a chi, a suo tempo, ha avuto la lungimiranza di operare affinchè ciò avvenisse.
Ci auguriamo che le prossime linee di mandato–conclude la nota- siano aperte a recepire le nostre proposte, che avanzeremo per il bene del territorio e della nostra comunità.
Altrimenti, non ci resterà che prendere ulteriormente atto che la sbandierata condivisione è solo di facciata!