Continua ad essere un caso il nome dei giardini Almirante, un nome per quasi venti anni passato “in cavalleria” (alle proteste dell’epoca non seguirono atti concreti e finora il tema non era mai esploso) e oggi al centro del dibattito anche sull’onda lunga delle polemiche romane (il consiglio capitolino, anche con i voti di parte della maggioranza M5S, aveva approvato una mozione, proposta dalla minoranza di Fratelli d’Italia per intitolare una via all’ex segretario MSI, poi “censurata” dal sindaco e “disapprovata”).
Assisi, uno spazio ad Almirante, lo ha invece dal 13 marzo del 2005 quando, sindaco Giorgio Bartolini, ci fu la cerimonia di intitolazione alla quale intervenne anche la vedova dell’uomo politico. Donna Assunta, che scoprì la lapide recante il nome dell’ex segretario del Movimento Sociale Italiano.
Dopo l’appello di La Sinistra e la controreplica dell’allora assessore Eraldo Martelli, promotore dell’intitolazione dei giardini ad Almirante (che ricordava tra l’altro come all’ex segretario MSI resero onore anche gli avversari del PCI dopo che Almirante, morto Berlinguer, gli rese omaggio a Botteghe Oscure), svariate le prese di posizione: per Federico Pulcinelli, già candidato consigliere nella lista Bartolini sindaco alle amministrative del 2016, “I giardini a Giorgio Almirante sono un presidio di libertà. La sinistra (abbandonata persino dal suo elettorato di riferimento) non li tocchi!”, mentre l’Anpi Valle Umbra Nord, per bocca del presidente Ettore Anselmo, ritiene l’intitolazione “un’improvvida scelta di un’amministrazione precedente che ancora oggi è foriera di veleni e si colloca contro i valori che da sempre Assisi ha rappresentato” e chiede all’amministrazione Proietti “di dare avvio ad un opera di rivisitazione di tutta la toponomastica cittadina, affinché strade, vie, piazze e giardini siano ispirati ai valori propri del patrimonio ideale e culturale della città”. CasaPound Italia ribatte a stretto giro di posta: “Si dice che la maggioranza degli assisani sarebbe d’accordo, ci chiediamo quale provante indagine sia all’origine di questa affermazione, ma nel dubbio saremmo favorevoli ad un referendum popolare. Siamo come sempre disponibili ad un dibattito pubblico sui contenuti e sulle proposte utili ad Assisi e ai suoi cittadini, a patto di lasciarci alle spalle sterili polemiche tese solamente alla riconquista di un consenso elettorale da parte di forze politiche che in questi anni, invece di tutelare i diritti e le esigenze del popolo, si sono girati dall’altra parte”.