Probabilmente entro il 2016 sapremo chi ha vinto la gara sui rifiuti dell’Alta Umbria e gestirà per 15 anni una partita economica da 343 milioni di euro
Lo ha annunciato il sindaco tifernate Luciano Bacchetta, rispondendo in Consiglio comunale all’interrogazione di Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia, sulla partecipazione di Sogepu (società di servizi di cui il Comune detiene tutte le quote) alla gara: “Chi sono i suoi compagni di strada di Sogepu e perché sceglie consulenze con incarico diretto? Si continua ad utilizzare Sogepu per erogare sponsorizzazioni: forse la consulenza andrebbe impiegata per capire se questo si può fare”.
“Sui compagni di viaggio non posso essere esaustivo. La gara è in corso – ha riposto il sindaco Luciano Bacchetta – ma non può essere ammesso a nessuna delle fasi di prequalifica e controllo, propedeutiche all’affidamento chi non ha i requisiti di legge. I candidati sono molti, ad alcuni dei quali è possibile che i requisiti manchino o nel frattempo siano venuti meno. Ciò li mette fuori ma ugualmente l’esito, con la platea ampia di competitori, è incognito e niente affatto scontato. I rifiuti sono cosa complessa e muovono interessi economici cospicui, la trasparenza deve essere massima. Sogepu è uno strumento elettorale per chi governa perché è sana, efficiente ed ha anche abbassato le tariffe, caso unico in Umbria”.
La gara, che all’origine fissava nell’agosto 2015 il termine per le manifestazioni di interesse in vista della procedura ristretta, ha subito un ritardo a causa del ricorso dell’Esa di Gualdo Tadino, rigettato dal Tar, e l’istanza di una parte politica alla verifica dei requisiti dei soggetti invitati. Sulle consulenze il sindaco ha letto la precisazione di Sogepu sul ricorso allo scorrimento in graduatoria nella scelta dei collaboratori esterni: “Ci sono molti candidati forti, agguerriti e motivati a vincere una partita economica molto sostanziosa, che inciderà concretamente sul futuro della città rispetto un servizio essenziale. Qualcuno ha sottovalutato questo aspetto ed ha mischiato gli interessi politici con gli interessi della città”.
Lignani si è detto insoddisfatto: “I consiglieri hanno il diritto di sapere a che punto è lo stato dell’arte e quali consulenti sono stati attivati ai vari livelli, anche con la clausola della riservatezza”.