Altri 8 furbetti del Cas (il contributo per l’autonoma sistemazione concesso a chi è sfollato dopo il terremoto del 2016) scoperti dalla Guardia di finanza di Spoleto, che portano così il conto a 24 persone in tutto finora denunciate per aver dichiarato falsamente di risiedere stabilmente in Valnerina (principalmente a Norcia) al momento del sisma, 22 delle quali effettivamente hanno ricevuto i soldi che non gli sarebbero spettati.
Si tratta di persone per lo più residenti fuori dall’Umbria, a Roma e dintorni, ma non solo. Tra chi ha ottenuto il Cas non avendone diritto ci sarebbero anche persone ad esempio che in realtà abitano a Spoleto o Foligno. Tra gli ultimi ‘furbetti’ scoperti dalle fiamme gialle guidate dal capitano Simone Vastano ci sono addirittura due dipendenti pubblici. Uno dei denunciati infatti lavora al Comune di Roma Capitale, l’altro in un Municipio di un’altra cittadina laziale. Entrambi avevano dichiarato di vivere stabilmente in Valnerina, pur recandosi regolarmente ogni giorno al lavoro a parecchi km di distanza.
Vista la grande attenzione della Finanza – con il coordinamento del sostituto procuratore presso la Procura di Spoleto Patrizia Mattei – sul contributo per l’autonoma sistemazione, ci sono stati alcuni cittadini negli ultimi tempi che si sono autodenunciati, ammettendo di aver chiesto ed ottenuto il Cas senza averne alcun diritto. Diversi anche coloro che in poco tempo hanno restituito i soldi percepiti. Per chi non lo ha fatto, invece, oltre alla denuncia penale scatterà anche quella alla Corte dei conti per danno erariale (8 coloro per i quali è già partita la segnalazione alla magistratura contabile).
Per gli ultimi 8 furbetti del Cas scoperti nelle ultime settimane, i reati ipotizzati sono falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
Le indagini effettuate finora dalla Gdf spoletina hanno interessato complessivamente 27 soggetti, di cui solo 3 sono risultati regolari. Due sono stati denunciati per falso ideologico, cioè per aver autocertificato dati falsi senza percepire contributi, mentre 22 sono stati denunciati per falso ideologico e truffa aggravata per aver fraudolentemente percepito contributi per oltre 140mila euro. Nei confronti di questi ultimi è stato chiesto all’autorità giudiziaria il sequestro preventivo per equivalente del profitto dei reati, pari a oltre 135 mila euro (contributo irregolarmente percepito), di cui oltre 27mila euro sono stati già eseguiti nei riguardi di sette dei 22 soggetti deferiti.
Altri sei soggetti, di quelli segnalati, hanno già restituito al comune il contributo irregolarmente percepito per un importo complessivo di oltre 38mila euro. Al termine dell’attività investigativa, come detto, sono già stati eseguiti i prescritti accertamenti erariali nei confronti di 8 dei 22 soggetti già deferiti alla locale autorità giudiziaria e nei loro confronti è stato segnalato alla Procura regionale presso la Corte dei Conti di Perugia un danno complessivo di 24.495,60 euro, per le responsabilità amministrative scaturenti dalle violazioni penali. L’operazione si inquadra nel più ampio dispositivo, a carattere generale, attuato dalla Guardia di Finanza a contrasto delle truffe e degli illeciti in materia di spesa pubblica.