Ben 28 ditte avrebbero beneficiato di agevolazioni per l'acquisto di Gpl ad uso domestico per aree "non metanizzate", utilizzandolo poi per essiccare tabacco o riscaldare gabbri di allevamenti
Una presunta frode da 600 mila euro è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Città di Castello durante controlli fiscali volti a verificare la corretta applicazione delle agevolazioni (consistenti nel taglio delle accise) per l’acquisto di Gpl e gasolio ad uso domestico, a favore dei residenti nelle cosiddette aree “non metanizzate” (dove non è disponibile una rete di distribuzione del gas naturale).
I militari avrebbero scoperto un sistema fraudolento, diffuso in alcune aree del tifernate, basato su attestazioni considerate non veritiere, prodotte da imprenditori locali operanti nel settore della tabacchicoltura e dell’allevamento di pollame.
Contrariamente a quanto dichiarato dai contribuenti sottoposti a verifica, i finanzieri hanno appurato che i prodotti energetici acquistati con regime agevolato non venivano impiegati per il riscaldamento domestico, ma per alimentare impianti di essiccazione del tabacco o riscaldare le gabbie degli allevamenti ubicati, tra l’altro, in zone regolarmente servite dalla rete di distribuzione del metano.
Complessivamente, nell’arco di un biennio, sono state concluse 28 verifiche fiscali nei confronti di altrettante imprese che hanno sistematicamente frodato l’Erario, evadendo accise per oltre 596 mila euro, su un totale di circa 7.500.000 litri di prodotti petroliferi consumati “in frode”.
Trentuno persone, tra legali rappresentanti delle società e titolari delle ditte sottoposte a controllo, sono quindi state denunciate alla Procura di Perugia per aver rilasciato false attestazioni ai fornitori e aver destinato ad usi diversi (soggetti a maggiore imposta) prodotti ammessi ad aliquote agevolate.