Non c'è crisi che tenga. Con un budget ridotto di dieci volte il festival Popoli e religioni non si ferma e si prepara ad inaugurare la sua nona edizione, in programma quest'anno – per la prima volta – non solo a Terni, ma anche a Narni e Amelia dal 26 novembre al 1 dicembre.
Presentato giovedì 21 novembre nella Curia diocesana di Terni dal direttore dell'Istess Stefania Parisi, il vescovo Ernesto Vecchi e il nuovo direttore artistico Oreste Crisostomi, il festival – che affronta quest’anno il tema Alla ricerca del padre – è promosso dalla Diocesi di Terni Narni Amelia e organizzato dall’Istituto di studi teologici e storico-sociali con il contributo del Ministero per i beni culturali e la Regione Umbria e il sostegno della Fondazione Carit.
Da quest’anno si è costituito inoltre un Comitato d’onore composto da rappresentanti del mondo accademico, dell’informazione, della cultura, e delle istituzioni da sempre vicini al festival, presieduto da Mario Fornaci e composto da Domenico Cialfi, Cecilia Crisotofori, Francesco Franceschini, Francesco Patrizi, Lucilla Piccioni, monsignor Antonio Maniero, Claudio Daminato, Marcello Bigerna e Simone Guerra.
«Quella del padre è una figura antropologicamente insostituibile – spiega il vescovo Vecchi – e che pure manca sempre di più nella nostra società. Per questo dobbiamo difenderla dalla tendenza che vuole abolire la differenza di genere e addirittura cancellare i termini di padre e madre».
«Come Fondazione Carit siamo sempre stati vicino all’Istess – aggiunge Mario Fornaci – perché è un polo importante della cultura della città. Altrettanto importante è il tema della famiglia, che è il cardine nella nostra società e di cui si sente sempre più la mancanza».
«Terni è una città in crisi di identità – spiega Parisi – ma c'è una presenza viva di persone competenti e generose, con eccezionali doti. Ecco, il nostro obiettivo è dare anche visibilità a queste competenze».
Giovane regista teatrale e cinematografico, Crisostomi al festival era arrivato al prima volta nel 2008 fa come ospite presentando il suo film Alice e due anni fa è entrato nello staff organizzativo. Quest'anno è subentrato al giornalista Arnaldo Casali, che ha lasciato la direzione artistica dopo sette anni.
«In cerca del padre, ma anche in cerca di patria – spiega – perché questa città ha disatteso la sua vocazione cinematografica, ma la speranza è rimasta e noi vogliamo partire dalle risorse umane e professionali del territorio, a cominciare dall’università con cui il rapporto è sempre più stretto».
«Si parla spesso di sviluppo locale e di posti di lavoro – aggiunge monsignor Antonio Maniero, vicario generale della diocesi – ma non si vuol capire che uno sviluppo non è solo economico e non può prescindere da un serio cammino culturale».
«Il festival popoli e religioni – conclude l’assessore comunale alla cultura Simone Guerra – rappresenta un momento molto importante di incontro tra culture diverse, e senza dubbio il tema scelto quest’anno è particolarmente evocativo». Per quanto riguarda il sostegno all’iniziativa da parte del Comune: «Purtroppo in cinque anni il bilancio del Comune è stato ridotto del 30%. Fino a qualche anno fa le risorse erano dieci volte rispetto ad oggi ma noi crediamo molto in questa manifestazione».
Complessivamente il budget a disposizione dell’Istess per l’organizzazione del festival è di 23mila euro. Un vero e proprio miracolo, possibile solo grazie al volontariato di tutti gli organizzatori e i collaboratori.
Nonostante i fondi si siano ridotti a quasi un decimo, quindi, il festival non rinuncia alla qualità né alla quantità di eventi che l’hanno caratterizzato fino ad oggi, e – anzi – allarga il suo raggio d’azione: per la prima volta oltre alle proiezioni per le scuole superiori e per gli studenti universitari, ce ne sarà anche una per le scuole materne ed elementari (il 30 mattina), si rafforza inoltre il rapporto con le ambasciate (6 quelle che saranno presenti quest’anno, all’inaugurazione del 26 novembre) e i gemellaggi internazionali (a quello, ormai storico, con il festival Sacrofilm di Zamosc, in Polonia, si è aggiunta la collaborazione con le Giornate di cinema e riconciliazione di Notre Dame de La Salette in Francia). Tre i premi alla carriera che saranno assegnati quest’anno: a Silvano Agosti (che interverrà al convegno di apertura martedì alle 17.30 all’Hotel Michelangelo), al regista polacco Ryszard Bugajski e a Renato Scarpa, uno dei più grandi caratteristi del cinema italiano (Un sacco bello, Ricomincio da tre, Habemus Papam tra le sue tante interpretazioni), ma anche l’incontro letterario tra un padre e una madre scrittori che vedrà confrontarsi giovedì 28 novembre al Museo Diocesano Arnaldo Colasanti e Maria Grazia Proietti.