Carlo Ceraso
E’ un Ferrara rilassato e felice, a dispetto della fatica di queste tre settimane, quello che stamani si è presentato alla stampa per tracciare un primo bilancio della 54ma edizione del Festival dei 2 Mondi. A rincuorarlo i numeri che lo staff gli ha preparato e che il direttore artistico sciorina tutta d’un fiato.
L’incontro – alla sua destra siedono i consiglieri di sempre, Alessio Vlad e Alessandra Ferri, alla sinistra il suo braccio politico, Daniele Benedetti, sindaco della città e vice presidente della fondazione presieduta da Ferrara. I ringraziamenti sono per tutti: dal Mibac (che ha stanziato ca. 2,5 milioni di euro), alle banche locali (Fondazione CaRiSpo, Carispo, Bps e Scs), agli sponsor (Fondazione Carla Fendi in primis che ha già annunciato la riconferma del ruolo di main sponsor per il 2012 e poi SigmaTau, Fondazione Roma, Camera Commercio Perugia, Ipzs, Monini) ai media partner (tra i quali Tuttoggi.info) per finire con il suo staff “fatto essenzialmente di donne – precisa con orgoglio Ferrara che alle quota rosa ci tiene – ma abbiamo anche qualche maschietto”, aggiunge guardando il suo capo ufficio stampa, Marco Guerini (ormai una certezza per la gestione dei non sempre facili rapporti con i giornalisti). In apertura Ferrara ha voluto ricordare la figura di Gian Carlo Menotti “al quale, nel centenario della nascita, è dedicato questo Festival. Abbiamo aperto con la sua Amelia al ballo, lo concludiamo con il concerto di stasera dedicato a lui e al 150mo dell’Italia. Per questo ringrazio anche l’Associazione Anno Menottiano che si è spesa molto per la realizzazione degli eventi, a cominciare dal primo convegno internazionale su Menotti”.
I numeri – quelli sciorinati confermano quanto si poteva vedere nei Teatri e lungo le vie: “Le presnze sono state più di 50mila – legge Ferrara – con un incasso di 700mila euro che, seppur in linea con le precedenti edizioni, deve tener conto di ben 40 aperture di sipario in meno rispetto al 2011”. Alla edizione n. 54 hanno lavorato 170 persone, “120 delle quali residenti a Spoleto”. Sono stati 200 i giornalisti accreditati (51 quelli stranieri), mentre il Festival ha registrato 1.350 articoli e recensioni (325 sulle testate nazionali, 335 su quelle locali, 690 sul web). Che il festival sia ‘aumentato’ lo si deve anche (finalmente) ad un nuovo approccio con la comunicazione: ai 220.000 prodotti pubblicitari, si aggiungono le importanti campagne passate principalmente sulle reti Mediaset. Ferrara sottolinea anche il ruolo della comunicazione sui social network anche se su questo fronte ci sarebbe molto da ridere, essendo stata spesso tardiva e inefficace (di certo un settore da potenziare per l’avvenire).
Segno più – Il Festival sta crescendo e con esso, diciamolo, anche il suo direttore artistico che, passo dopo passo, anno dopo anno, sta riportando ai fasti la kermesse menottiana, riconoscendogli il merito di saper fare anche autocritica ed accettare (con i suoi tempi, ovviamente) i punti forti intuiti dal fondatore. Così dopo il ritorno dei Concerti di mezzogiorno, dopo lo slancio alle Mostre, il “nuovo” Ferrara si dice pronto a rilanciare l’Opera, tenuta fin qui ai margini. Sarà la soddisfazione e i riconoscimenti ricevuti lo scorso anno per Gogo No Eiko e quelli di quest’anno per l’Amelia al Ballo, fatto è che oggi il .da. ha annunciato di volere per il 2012 “un teatro da dedicare solo all’Opera, probabilmente il Caio Melisso”. Viva Dio.
Le anticipazioni – riunito il Comitato di gestione, Ferrara le date del prossimo anno: Spoleto55 si terrà dal 29 giugno al 15 luglio. Che sia in brodo di giuggiole lo si capisce quando la stampa gli chiede di mantener fede alla parola data nei giorni scorsi, ovvero di dare qualche anticipazione. La premessa è che lui, con i suoi consulenti “manterranno il diritto di fare qualunque modifica fino all’ultimo momento, se questo permetterà di innalzare la qualità del Festival”. Poi svela due pezzi da 90 sui quali sta lavorando: “Ci sarà un’Opera di Mozart scritta in lingua italiana….”. Sono tre le Opere buffe scritte da Mozart, ma l’attenzione di Ferrara (e Vlad) si è incentrata su Le nozze di Figaro, la prima composta dal compositore salisburghese. L’altra novità è legata ad un grande della danza, Mikhail Baryshnikov, impegnato in un progetto per il Teatro che sarà presentato in Prima mondiale ad Helsinki. “A questo sta lavorando Alessandra (Ferri, n.d.r.) – dice Ferrara -, ci sono già dei contatti avviati che speriamo di concludere in un incontro proprio ad Helsinki”.
Il bilancio artistico – E lo spettacolo che ha superato le sue aspettative? “di certo quello sulla Fallaci, un testo complicato, su un personaggio difficile che invece, grazie anche ad una splendida Monica Guerritore, ha ‘sondato’”. Una delusione invece il “Pasolini di Claudio Santamaria, forse però l’errore è stato prevederlo al Teatro Romano, lui ha recitato molto bene ma qualcosa non ha funzionato”. Visto il (ancora presunto) ritorno all’Opera c’è spazio per capire se il Festival cercherà una collaborazione con l’altra grande istituzione spoletina, il Teatro Lirico Sperimentale. Ma qui Ferrara dimostra che le temperature polari cominciate già ai tempi di Menotti non si sono poi più di tanto stiepidite: “Il Tls è una grande eccellenza nel panorama lirico italiano, sono autonomi, con una loro stagione e un loro Concorso internazionale, certo qualcosa si potrebbe fare….bisognerebbe trovare un’idea giusta per entrambi, però non mi sembra che abbiano bisogno di noi, se dovessero averlo che mi chiamino”. Come a dire, neanche noi abbiamo bisogno di loro. Ecco profilarsi all’orizzonte una nuova missione diplomatica per il sindaco Benedetti, l’unico ad avere le leve giuste, insieme alla governatrice Marini, per far sedere intorno ad un tavolo le due parti. Alla ricerca di un sodalizio che porterebbe vantaggi certi non solo sotto il profilo della qualità artistica, ma anche sotto quello dei risparmi.
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