La musica post-romantica di Rachmaninov, il simbolismo di Skrjabin e Medtner, il modernismo di Prokof’ev.
Sono solo alcune delle proposte musicali del cinquantatreesimo Festival delle Nazioni: un omaggio alla Russia, che si svolgerà a Città di Castello e nell’Alta Valle del Tevere dal 22 al 29 agosto 2020.
Nuova edizione, nuovo board
Forte di un management rinnovato ai suoi vertici – con Leonardo Salcerini neoeletto presidente e Pier Giorgio Lignani vicepresidente – l’associazione tifernate conferma la sua presenza e la sua vitalità e propone una programmazione di alto livello, seppur limitata a una settimana di eventi (otto spettacoli spalmati su altrettanti giorni più diversi eventi collaterali) e nel pieno rispetto delle norme anti-Covid.
«L’edizione di quest’anno – spiega il direttore artistico Aldo Sisillo – prenderà in particolare considerazione il periodo della cosiddetta dell’età d’argento della Russia che comprende circa trent’anni a cavallo fra Ottocento e Novecento.
Anni formidabili per i fermenti culturali e artistici che si verificarono in Russia, così come nel resto d’Europa, dove ribollivano le premesse che porteranno alla grande tragedia della prima guerra mondiale che metteranno fine all’ordine politico ottocentesco.
La Russia già protagonista al Festival
In una scorsa edizione dedicata alla Russia – continua il direttore artistico – abbiamo esplorato la formazione della scuola nazionale, delle istanze culturali che portarono alla creazione di un’identità nazionale, a partire dalla nascita della capitale Pietroburgo, di questo grande e complesso Paese che nel suo periodo di massima espansione toccò tre continenti.
Abbiamo accennato poi alla straordinaria e importante presenza di musicisti italiani fino ad arrivare a Čajkovskij, massima espressione del percorso di creazione di un linguaggio, che pur non rifiutando forme e stilemi dell’esperienza sinfonica europea, si caratterizza per un uso del timbro e del ritmo assolutamente legati alla tradizione russa.
Quest’anno – conclude Sisillo – ‘viaggeremo’ nelle correnti musicali che si svilupparono tra la fine dell’Ottocento e i primi vent’anni del Novecento: i cosiddetti post-romantici come Rachmaninov a Mosca, i simbolisti come Skrjabin o Medtner e il modernismo che vide protagonisti Prokof’ev e altri compositori a Pietroburgo“.
L’inaugurazione e il programma
A inaugurare la rassegna sarà Dmitry Shishkin, uno dei pianisti più apprezzati della sua generazione. L’artista ci farà immergere subito nelle sonorità e negli stili musicali che caratterizzeranno questa edizione del Festival, eseguendo lo Scherzo à la russe op. 1 di Čajkovskij, una selezione di Motivi dimenticati di Nicolai Medtner, la Sonata n. 7 in si bemolle maggiore op. 83 di Prokof’ev, la Sonata n. 2 in sol diesis minore op. 19 Sonate-Fantaisie di Skrjabin e la Sonata n. 2 in mi bemolle minore op. 36 di Rachmaninov (sabato 22 agosto ore 21.00, Città di Castello, Teatro degli Illuminati).
Un progetto speciale vedrà poi l’esecuzione del famosissimo Pierino e il lupo di Prokof’ev: la fiaba popolare per voce recitante e orchestra sarà raccontata dal popolare attore Silvio Orlando e accostata al Carnevale degli animali di Saint-Saëns; il tutto nell’esecuzione musicale della Filarmonica Gioachino Rossini di Pesaro diretta dalla giovane Alicia Galli (domenica 23 agosto ore 21.00, Città di Castello, Teatro degli Illuminati).
Un cuore irrequieto batte è l’eloquente titolo del recital lirico che vedrà protagoniste il soprano Maria Komarova e la pianista Svetlana Makedon: un concerto di liriche e arie d’opera russe che proporrà appassionanti pagine di Rachmaninov, Cezar’ Kjui, Anton Arenskij, con estratti dalle opere Iolanta di Čajkovskij e Fanciulla di neve di Rimskij-Korsakov (lunedì 24 agosto ore 18.00 e ore 21.00, Città di Castello, Teatro degli Illuminati).
C’è grande attesa per il ritorno a Città di Castello del Quartetto Werther, il gruppo vincitore del Concorso nazionale Alberto Burri 2019. Per il secondo anno consecutivo, la formazione vincitrice del concorso tifernate si è aggiudicata anche il prestigioso Premio Piero Farulli nell’ambito del Premio della critica musicale Franco Abbiati e come da tradizione tornerà a esibirsi nella cittadina umbra nell’ambito del cartellone principale del Festival delle Nazioni.
Il quartetto composto da Misia Iannoni Sebastianini al violino, Martina Santarone alla viola, Vladimir Bogdanović al violoncello e Antonino Fiumara al pianoforte eseguirà in particolare il Quartetto in la minore (dal Quartettsatz di Gustav Mahler) di Alfred Schnittke, il Quartetto per pianoforte e archi di Aaron Copland e il Quartetto per pianoforte e archi in do minore op. 60 n. 3 – denominato Werther – di Johannes Brahms (martedì 25 agosto ore 21.00, San Giustino, Cortile del Castello Bufalini).
Gli omaggi ai grandi della musica
Come di consueto, il Festival delle Nazioni non dimenticherà di omaggiare i ‘giganti’ della musica di tutti i tempi – e di tutti Paesi – celebrando gli anniversari più significativi. Quest’anno sarà la volta di Ludwig van Beethoven, di cui nel 2020 ricorre il duecentocinquantesimo anniversario della nascita.
Al grande musicista di Bonn sarà dedicato un originale concerto dal titolo … e nel salottino di Beethoven apparve un oboe!, nel quale l’oboista Omar Zoboli e il fortepianista Giorgio Cerasoli eseguiranno rarità originali e trascrizioni di musiche di Beethoven e di compositori a lui ‘vicini’ come Donizetti e Widerkehr (mercoledì 26 agosto ore 18.00, Citerna, Chiesa di San Francesco).
Attraverso il racconto di Luigi Ferrari e gli esempi musicali eseguiti dalla pianista Costanza Principe, si farà luce su un compositore ancora troppo poco conosciuto in Italia e che invece merita una considerazione ben più alta per la sua produzione che, non scevra di riferimenti romantici e di grande cantabilità ‘alla Chopin’, si muove tra simbolismo e tardo-romanticismo.
Motivi dimenticati, Nikolai Medtner 1880 -1951 è il titolo della conferenza musicale che includerà anche la presentazione del successo letterario Triade minore (Ponte alle Grazie, 2018) di cui è autore lo stesso Ferrari (giovedì 27 agosto ore 18.00, Città di Castello, Pinacoteca Comunale, Manica lunga).
Le collaborazioni
Forti del successo della scorsa edizione, continua la collaborazione con l’Associazione Culturale Laboratori Permanenti di Sansepolcro nella produzione di uno spettacolo di teatro musicale.
Il lavoro di quest’anno si intitola Realtà, sogno e delirio nella letteratura russa: è un progetto artistico basato su testi di vari autori e autrici russi – da Majakovskij a Charms, dalla Višneveckaja a Tarkovskij, da Puškin a Teffi e alla Cvetaeva – elaborati da Caterina Casini con le musiche in prima esecuzione assoluta commissionate dal Festival delle Nazioni a Daniele Furlati, compositore particolarmente versato per la musica per il teatro e il cinema (venerdì 28 agosto ore 21.00, Sansepolcro, Cortile del Teatro della Misericordia).
A chiudere la 53a edizione del Festival delle Nazioni sarà il duo composto dalla giovane stella del violinismo russo Kirill Troussov e dalla pianista Alexandra Troussova: i due fratelli proporranno un variegato programma che si muoverà tra i linguaggi di Čajkovskij e Schnittke fino alla celeberrima Sonata in re maggiore di Prokof’ev. Merita una menzione speciale il violino di Kirill Troussov: è il famoso Stradivari ‘Brodsky’, sul quale fu eseguito per la prima volta il Concerto per violino di Čajkovskij (sabato 29 agosto ore 21.00, Città di Castello, Teatro degli Illuminati).
La presentazione
La 53esima di uno dei principali grandi eventi dell’Umbria è stata presentata questa mattina – 31 luglio – nella Sala d’Onore di Palazzo Donini.
Ospitati dalla presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, erano presenti il vicesindaco di Città di Castello Luca Secondi, Leonardo Salcerini e Aldo Sisillo, rispettivamente presidente e direttore artistico del Festival delle Nazioni.