Gentile Direttore,
noto che il vostro articolo (clicca qui) non fa riferimento al PRIMO articolo del New York Times, apparso il 2 luglio. Lo stesso corrispondente, Daniel J. Wakin, tesse sì le lodi al presidente e direttore artistico Giorgio Ferrara e – implicitamente – al Sindaco Brunini, ma riporta anche le parole del capo ufficio stampa Marco Guerrini, che stima la vendita dei biglietti – in una dichiarazione strappata nemmeno a denti stretti – intorno al 25-30%.
Non è chiaro se si tratta di una previsione provvisoria, ma è una percentuale di cui non andrei particolarmente fiero. Tanto meno andrei fiero della fotografia che accompagna l’articolo sul sito del New York Times: l’Orchestra del Settecento suona davanti ad un Teatro Romano semideserto. Non solo: l’idea di far suonare un’orchestra con “strumenti d’epoca” all’aperto (e quindi, “obtorto collo”, con un rinforzo di amplificazione) è – mi scusi il termine – un totale non-senso.
Come dice il manager dell’orchestra nello stesso articolo, con un certo senso di understatement: “Le circostanze sono un po’ bizzarre”. Ma le scelte musicali magari non sono da imputare al direttore artistico Ferrara. Temo che le aspettative di Spoleto per il suo nuovo Festival siano state troppo alte, almeno per il primo anno. Cerchiamo di tenere i piedi per terra, ma allo stesso tempo diciamo pane al pane e vino al vino. Pacificamente. Cordialmente.
f.to La vostra affezionata – ormai – ex-maestranza a spasso.
Cara ex maestranza,
lo ammetto, quell’articolo ci era sfuggito. Credo che il collega Marco Guerini si sia “tenuto” sull’andamento medio degli spettacoli fin lì registrati. Dove il successo della Prima della Padamavati (con i suoi 800 spettatori) è riuscito a compensare gli altri spettacoli andati in scena fino al 2 luglio. Concordo nel restare con i piedi per terra e nel riportare i fatti per quello che sono. Sarà per questo che il vertice del Festival si è più volte permesso di definire Tuttoggi.info un giornale ‘contro il Festival’, senza capire che solo volendo bene alla nostra Spoleto si può amare anche il Festival. Ma restiamo pacifici. Del doman non v’è certezza.
Ricambio cordialità,
il direttore
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