Festival, assemblea nomina Feliziani e Lado nel CdA, ko quote rosa. Quella "prudenza" che rassicura i revisori dei conti
Il Festival dei Due Mondi ha finalmente (era ora) operativi l’assemblea dei soci e il Cda. Manca per la verità ancora all’appello il presidente del collegio dei revisori, ma a questo dovrebbe a breve pensare il Mic. È stata l’aula del Consiglio comunale a ospitare (mercoledì) la riunione che, non senza qualche ipocrisia di troppo, è stata presieduta dal Sindaco-Presidente Andrea Sisti.
I lavori e quelle spintanee decisioni
A presentarsi all’appuntamento c’era anche Tuttoggi, forte delle dichiarazioni di Sindaco e Vice (Stefano Lisci) che avevano annunciato che la trasparenza non sarebbe mancata durante i lavori dell’assemblea. Ma al momento dell’ingresso i due, invocando non è chiaro quale decisione della segreteria generale, dichiaravano la seduta a porte chiuse. E pensare che la Fondazione appartiene per il 51% ai cittadini di Spoleto. Basteranno comunque quattro-parole-quattro del consigliere-socio Giancarlo Cintioli al primo cittadino – come quando Bud Spencer, alias Bambino, convince il cavallo che non ne voleva più sapere di trainare il carro dei contadini – per ribaltare la decisione e aprire le porte alla stampa e ai consiglieri comunali (l’accesso era stato negato anche a Alessandra Dottarelli di Alleanza civica).
Si comincia dalla conta dei presenti che si ferma a quota 22 (all’appello, come preannunciato mancavano i liquidatori e curatori della fu Scs e della Comunità Montana e l’amministratore di Umbria Mobilità), di cui 1 da remoto (Camillo Corsetti Antonini per la Fondazione Antonini che ha criticato la scelta dell’opzione del voto a scrutinio segreto che lo ha di fatto tenuto lontano dalle urne).
Sisti, come da copione, ha quindi avanzato le candidature per i due posti nel Cda nelle persone dell’avvocato Paolo Feliziani (Fondazione CaRiSpo) e dell’avvocato Stefano Lado (Banco Desio) e chiesto all’assemblea se vi erano altre candidature. Ma dai banchi nessuno ha proferito parola, facendo decadere quella della manager Maria Flora Monini la cui Fondazione è in prima linea nel sostenere il Festival (tra sponsor, gestione di Casa Menotti e altri progetti per la città).
Una candidatura che avrebbe avuto l’ok, stando alle dichiarazioni raccolte tra i soci, della minoranza (eccetto Cintioli), di esponenti del Pd e M5S e anche tra le istituzioni pubbliche e private che occupano un posto nell’assise. Ma nelle ultime 48 ore la manager è stata spintaneamente convinta a ritirare la propria disponibilità. “Sono onorata che si sia pensato al lavoro e agli sforzi che la Fondazione da sempre promuove in favore della città di Spoleto, una candidatura non richiesta né sollecitata e che avrei accettato solo se condivisa, non certo per dividere” si limita a commentare la Monini a Tuttoggi.
Un nome, come quello di qualsiasi altra donna con competenze utili alla mission del Festival, che avrebbe sanato sia il rispetto delle quote rosa (previsto al 30% ma rimasto al 20%) sia quel principio di rotazione tra sponsor che da tempo registra andamenti altalenanti, tra storiche realtà che assottigliano sempre più i propri contributi e altre che invece emergono per mecenatismo.
Assemblea: le nomine all’unanimità (e non), male quote rosa
Il voto alla fine registrerà per i due neoconsiglieri 18 preferenze su 21 che, a conferma dell’ipotesi di cui sopra, non hanno raggiunto l’unanimità (2 schede bianche e 1 nulla per Lado; 1 bianca e 2 nulle per Feliziani).
Unanimità invece ottenuta dal collegio dei revisori dei conti, ovvero la dottoressa Daniela D’Agata (e Piergiorgio Castellani membro supplente, entrambi con 19 voti su 19) che si aggiunge alla dottoressa Leila Ricci (nominata dal MEF). Manca quindi solo la nomina del presidente di competenza del Ministero della Cultura.
Dunque il prossimo board, che si insedierà ufficialmente mercoledì prossimo, 19 agosto, è composto dal Presidente (carica che spetta di diritto al Sindaco), Maria Teresa Venturini Fendi (MIC), Mauro Luchetti (Regione Umbria), Paolo Feliziani (Fondazione CaRiSpo) e Stefano Lado (Banco Desio).
L’ingresso del principe del foro spoletino, Feliziani appunto, è stato salutato con molta soddisfazione dagli stakeholder atteso che la sua presenza sarà determinante anche per una rivisitazione di quello Statuto ormai troppo datato e che necessita di garantire maggiore operatività alla stessa Fondazione.
Non solo. Occhi puntati anche sulla gestione del bilancio, definito “esuberante” a guardare quanto meno la chiusura di cassa al 31 dicembre scorso, con un attivo che non può dispiacere di certo alla tesoreria ma che registra qualche criticità nella capacità di spesa.
Criticità che, per qualche verso, trovano conferma nell’ultimo verbale dell’assemblea del 18 aprile che Tuttoggi ha potuto visionare, con il Presidente del collegio sindacale che più volte richiama “l’estrema prudenza” attuata dagli organi direttivi, tanto da poter dormire sonni più che tranquilli. Leggiamo un passaggio: “…Le prudenze contenute in questo bilancio, a noi, Collegio dei revisori, danno una maggiore tranquillità”, assicura nero su bianco Vincenzo Donnamaria.
Resta il nodo delle quote rosa, irrisolto con la sola nomina della Venturini Fendi, ma sul quale né il Sindaco, né a questo punto l’assemblea dei soci ha voluto prestare attenzione. Con buona pace dei proclami di certi partiti e movimenti che solo a chiacchiere sembrano interessati al rispetto delle quote di genere. E pensare che in assemblea sono ben 11 su 22. Ciò che non fa il pubblico, vale dirlo, lo fa già il privato con le SpA che devono rispettare il 40% delle quote e, dal 2026, anche le società quotate nell’UE come ha deliberato il Parlamento europeo lo scorso novembre con la direttiva Women on boards.
Alla presidente della Fondazione Carla Fendi l’onere quindi di tener alta la bandiera femminile.
Al termine dei lavori l’assemblea ha tributato un ringraziamento particolare al Vice Presidente del Festival, Dario Pompili, per il “proficuo lavoro svolto in tutto questo periodo”. “Dopo tanti anni era giusto che lasciassi, sono soddisfatto di quanto siamo riusciti ad esprimere per il bene del Festival e della città, una città a volte divisa ma che sul Festival riesce sempre a dimostrare unità di intenti” ha detto Pompili che ora si occuperà a tempo pieno della Fondazione CaRiSpo di cui rimane presidente fino alle elezioni del marzo 2024.
Per la cronaca all’assemblea, presieduta dal sindaco-presidente, hanno preso parte Bernardino Sperandio, Rosanna Mazzoni, Arianna Panetti, Valentina Del Frate e Annalisa Conti (in quota Pd), Cristiana Rinaldi (M5S), Moreno Orazi (Ora Spoleto) e Andrea Luzzi (Civici X), Paola Vittoria Santirosi, Matteo Filippi (FdI, Alleanza Civica, Lega e Obiettivo Comune), Giancarlo Cintioli (Insieme per Spoleto), Marta De Angelis (Spoleto 2030), Dario Pompili (Fondazione CaRiSpo), Candia Marcucci (Amici di Spoleto), Filippo Tomassoni (Federalberghi), Tommaso Barbanera (Confcommercio Spoleto), Luigi Rossetti (Regione Umbria), Antonella Pinna (Regione Umbria), Camillo Corsetti Antonini (Fondazione Antonini, da remoto), Federica Lupparelli (Banco Desio) e Patrizia Colangeli (Pro Loco Spoleto).
Festival, 10 anni di bilanci e il nodo mai sciolto
Nel 2014 si ebbero 28.287 spettatori con un incasso loro di €611.858 (con una leggera flessione rispetto al 2013 con € 630mila), nel 2015 gli spettatori furono 29.067 (€626.878), nel 2016 pubblico pari a 37.279 e introito loro a € 678.372. Anno record il 2017 con 37.884 biglietti staccati e un incasso netto di € 789.460 che registrò lo spettacolo di danza di Bolle, fuori Festival, che registrò 1.758 presenze e un incasso di 141.200 euro.
I dati comunicati per il 2018 furono pari a 29.252 spettatori e incasso a €648.593, per il 2019 pubblico pari a 30.655 e incasso lordo a 752.378.
Il 2020, l’edizione “del coraggio”, l’ultima firmata da Giorgio Ferrara che, a dispetto della pandemia che aveva impietrito il Paese, sfidò il covid spostando la kermesse per la prima volta al mese di agosto e con solo 8 rappresentazioni (1 soala replica) potendo registrare 4.026 presenze e un incasso lordo di € 222.906.
L’anno successivo, il primo della d.a. Veaute e con le limitazioni per la pandemia ancora in corso, le presenze furono 22.035 per un incasso lordo di € 349.771.
L’anno della ripresa, il 2022 (il decreto del 1 aprile fa cessare lo stato di emergenza e decade l’obbligo di certificazione obbligatoria e, un mese dopo, anche dell’uso delle mascherine), il Festival dei 2 Mondi dichiara 24.000 biglietti e incasso lordo di €598.763.
Di domenica scorsa i dati di questa edizione 2023 con 26.000 spettatori e circa 675.000 euro lordi incassati. Ovviamente su ogni edizione permane un po’ di nebbia intorno al noto quesito di conoscere la quantità di biglietti emessi e quelli venduti. Ci provò senza successo qualcuno della precedente assemblea, chissà che non riesca meglio a quella appena insediata.
Cittadinanza onoraria a Sir Pappano
Ma le novità non sono finite con l’assemblea. Perché durante i lavori di ieri (13) del Consiglio comunale, con il sindaco che sembra mostrare atteggiamenti sempre più da “dominus” come ha duramente denunciato l’opposizione, lo stesso ha avanzato la proposta di concedere la cittadinanza onoraria di Spoleto a Sir Antonio Pappano (non “Antony”, al massimo Tony per gli amici e la stampa britannica n.d.r.) auspicando un suo qualche futuro ruolo in favore del festival. Una iniziativa che, al di là della mancata prassi che vorrebbe fosse il Consiglio nella sua interezza a proporre la cittadinanza onoraria, ha fatto fare più di un salto sulla sedia di qualche palazzo capitolino che starebbe lavorando da tempo sul nome del celebre direttore d’orchestra. Che il sindaco ci abbia voluto mettere il proprio cappello anzitempo? A rischio di compromettere i (già precari?) rapporti tra la direttrice artistica Monique Veaute e Sir Pappano?
L’opposizione ha denunciato anche una mancanza di stile quando il sindaco-presidente, che già domenica aveva dimenticato il nome del compianto Giorgio Ferrara (scusandosi “per l’emozione”), ieri ha bissato quando si è trovato a citare l’elezione nel board della consigliera Maria Teresa Venturini Fendi: “la Regione dell’Umbria ha provveduto a nominare il dottor Mauro Luchetti mentre il Mic ha provveduto con la nomina della dottoressa Fendi…Venturini Fendi…Fendi eccetera…”.
Vero che la mecenate romana vanta due cognomi e altrettanti nomi, ma sempre più facile che ricordare, ci si passi la battuta, la Contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare che di nome poi ne aveva solo 1 (Pia).
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