Il nuovo lavoro di Lidi sarà in scena per la prima assoluta il prossimo giugno-luglio. Prosegue la collaborazione con il TSU
Con l’avvicinarsi della conferenza stampa ufficiale di presentazione della edizione 2023 del Festival dei Due Mondi di Spoleto (non ancora definita la data dell’appuntamento al Ministero della Cultura), proseguono in ordine sparso le anticipazioni sul programma rimasto finora semisconosciuto.
Nel corso della consueta trasmissione Rai, Radio 3 Suite del 1 marzo, il conduttore Andrea Penna ha brevemente intervistato il regista Leonardo Lidi, già protagonista a Spoleto64 di una fortunata messa in scena de La Signorina Giulia di Strindberg e successivamente a Spoleto65 con la prima tappa del “Progetto Cechov”, con Il Gabbiano, ora in programmazione al Teatro Il Vascello di Roma fino al 5 marzo.
Il regista Lidi, sollecitato a raccontare il tipo di approccio usato per il lavoro con Cechov ha chiarito, “Non c’è un adattamento mio, e non c’è un punto di vista registico delle idee e delle scelte che ho voluto inserire all’interno del lavoro, ma è proprio un farsi attraversare, io e miei attori, da Anton Cechov”.
“Con il Teatro Stabile dell’Umbria, ci siamo detti con Nino Marino, cosa fare negli anni della pandemia. E la risposta è stata Cechov, perchè no. Il Gabbiano, Zio Vanja e infine Il Giardino dei ciliegi, tutti debuttanti al Festival dei Due Mondi“.
E concludendo Lidi aggiunge, “Come sempre fa Cechov, l’attore è al centro del lavoro e mi sembrava una bella cosa ripartire da qui”.
Dunque il Festival di Spoleto prosegue nel rapporto di collaborazione e coproduzione con il Teatro Stabile dell’Umbria, mantenendo, in questo caso, saldo il principio per cui il debutto ufficiale della nuova produzione, deve avvenire nel corso della programmazione abituale del Due Mondi.
Rai Radio3 Suite- qui il link per riascoltare il Podcast della trasmissione