È stato il secondo sciopero nazionale quello che i sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt-Uil, Ugl Trasporti, Salpas Orsa e Fast Ferrovie hanno indetto dalle 21 di martedì 5 alle 21 di mercoledì 6 luglio per tutto il settore degli appalti ferroviari e attività complementari, nella pratica, i settori pulizie e le attività connesse, l’accompagnamento notte e la manutenzione rotabili così come la ristorazione a bordo treno. Questa seconda azione di sciopero, che segue una prima tenutasi giusto un mese fa, (mercoledì 8 giugno) secondo le segreterie nazionali dei sindacati di cui sopra si è resa necessaria a causa del permanere delle numerose criticità già segnalate nella precedente proclamazione. Fra queste si evidenziano l’assenza di garanzie nei bandi di gara emanati dalle società del Gruppo Fs e, in modo particolare, l’incertezza sulla clausola sociale, intesa quale applicazione del CCNL delle attività ferroviarie, di tutti gli accordi in essere, del CCNL della mobilità e la tutela dei livelli occupazionali. Restano ancora in parte irrisolte le problematiche connesse all’erogazione delle retribuzioni, alle quali si aggiungono le incertezze sugli sviluppi futuri delle attività inerenti i settori dell’accompagnamento notte e relativa manutenzione, così come della ristorazione a bordo treno.
Dopo la prima azione di sciopero, lo scenario complessivo è in parte mutato, dunque alcune situazioni si sono parzialmente risolte, ma allo stato attuale non vi sono risposte da parte della committenza a molte delle problematiche più volte segnalate dai sindacati.
Nello specifico, per quanto riguarda Foligno, al momento sono 80 i lavoratori della Kalos reintegrati dall’entrante – dal 9 giugno – Cpma. L’azienda ha dunque ricollocato tutti, ma quale sarà il futuro dei lavoratori? Questo si chiedono i sindacalisti intervenuti nel corso di una conferenza stampa tenutasi nel piazzale antistante la stazione ferroviaria di Foligno, rendendo noto come, nonostante la garanzia dei servizi minimi, l’adesione allo sciopero sia stata del 100 per cento, con un pullmann partito dall’Umbria per Roma per partecipare alla manifestazione di Piazza della Croce Rossa.
“Sarebbe uno scandalo se per certe stupidaggini si lasciano senza stipendio famiglie e gente che deve pagare un mutuo” dichiara duramente Maurizio Marsili di Orsa Ferrovie. “In alcune regioni i problemi si sono attenuati, ma di certo non risolti in toto” ha invece proseguito Gianni Martifagni di Fit-Cisl. “Gli accordi sono provvisori e dunque rimangono le difficoltà, come il mancato pagamento degli stipendi. La Cpma ci ha fatto recapitare una richiesta di incontro e già si parla di esuberi. Rimane dunque una forte incertezza, soprattutto sui numeri”. In più, secondo Marco Bizzarri di Filt-Cgil, “c’è una situazione di omogeneità nel panorama degli appalti, una situazione che sta coinvolgendo tutta Italia e che non si è ancora risolta. I lavoratori sono ancora in attesa dello stipendio di maggio della vecchia ditta e siamo disposti a procedere ad azioni legali per tutelare i lavoratori”. Su questo, Alessandro Emili di Uilt-Uil precisa: “gli accrediti sono arrivati al confine della regione Umbria. Perché gli arretrati sono arrivati solo nelle Marche e in Umbria e in Abruzzo no? Il problema dello stipendio è grave, in più la Cpma già parla di un esubero di almeno il 30 per cento del personale: assolutamente sproporzionato. La Cpma, inoltre, ha 5 persone in mobilità e altre 2 ci finiscono adesso”. Infine, per Stefano Della Vedova di Fast Ferrovie, “è mortificante per il lavoratore subire questo marasma generale. Bisogna prevenirlo a livello nazionale”.
(Elisa Panetto)
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