Quattro donne e due uomini sono stati arrestati in un'operazione dei Carabinieri che ha messo fine a una lunghissima scia di furti messi a segno in vari comuni della provincia di Perugia a partire dal 2010.
L'appartamento dove i sei abitavano a Bastia Umbra era finito sotto l'osservazione dei carabinieri della stazione di Collazzone della Compagnia di Todi, che in base ad alcune immagini di un sistema di videosorveglianza avevano identificato alcuni degli abitanti come i possibili autori di una lunga scia di furti furti.
“Il modus operandi del gruppo era sempre lo stesso”, ha spiegato stamattina in conferenza stampa il capitano Marcello Egidio. “Sistematicamente uscivano di casa la mattina, andavano in vari comuni della provincia di Perugia dove individuavano negozi di abbigliamento di alto livello. Qui entravano cinque o sei persone, a volte con i bambini anche di uno o due anni, e iniziavano a creare un po' di confusione. Mentre il commesso o il gestore dell'esercizio si distraeva, qualcun altro si appropriava della merce”.
Secondo quanto riferito dai militari, il gruppo non aveva nessun altro tipo di attività lavorativa al di fuori dei colpi, che fruttavano ogni volta tra le 1000 e le 1500 euro. Solo tra il 2010 e il 2011 gli arrestati avrebbero messo a segno almeno 16 colpi, in altrettanti negozi a Marsciano, Bastia Umbra, Collazzone, Gubbio, Umbertide, Città di Castello.
“Prendevano merce in gran numero, in genere prodotti firmati, con marchi come Hogan, Jeckerson, Nike, Dolce & Gabbana, Gaudì”, ha spiegato il capitano, mostrando alcune immagini di uno dei furti. “Veniva nascosto tutto sotto le ampie gonne delle donne, modificate con una sacca proprio per nascondere gli indumenti”.
I sei sono stati arrestati stamattina nella loro abitazione di Bastia Umbra. Secondo i militari, potrebbero essere responsabili di altri furti non denunciati dai gestori dei negozi, minacciati dagli autori. “Invitiamo chiunque avesse subito questo tipo di rapine a farsi avanti”, hanno detto i carabinieri stamattina.
Gli arrestati dovranno rispondere all'accusa di furto aggravato, ricettazione e minacce. Tre di loro si trovano al momento all'interno del carcere di Capanne mentre gli altri tre sono trattenuti ai domiciliari.
Francesco de Augustinis
