Sono ore frenetiche a Spoleto, sulla carta la quarta città dell’Umbria ma che vede il Partito democratico incapace di trovare un nome da lanciare nella prossima corsa per palazzo Cesaroni. Chiusa di fatto la lista del PD (anche se c’è ancora chi spera in uno spiraglio), c’è ancora una concreta possibilità di ricevere una investitura nella lista civica a sostegno della presidente uscente Catiuscia Marini. Da qualche giorno però si fa il nome di Mauro Luchetti, presidente del Gruppo Hdrà, molto conosciuto a Roma come a palazzo Donini, di area centrosinistra ma che gode della stima e dell’amicizia dell’attuale giunta guidata da Fabrizio Cardarelli come pure del d.a. del Festival Giorgio Ferrara. Potrebbe essere il nome giusto su cui far convergere l’intera città senza distinzioni ideologiche? Forse sì.
Cardarelli & Co., che ribadiscono di non volersi immischiare nella mischia per le regionali, nei giorni scorsi hanno però fatto sapere di non aver nulla in contrario se si fosse fatto avanti qualcuno in grado di rispecchiare i valori che incarnano le liste civiche, lasciando poi allo stesso candidato libertà di manovra: come a dire, scelga il candidato con chi correre, purché la città si ritrovi tutta intorno al suo nome. Per il sindaco, di estrazione moderata, non è una partita facile: da una parte legato al candidato di centrodestra Claudio Ricci che lo ha sostenuto nella campagna elettorale delle amministrative; dall’altra divenuto estimatore della guida politica della presidente Marini che ha sempre tenuto in grande considerazione le sorti della città del festival (nonostante lo sgambetto che il piddì le fece 5 anni fa alle primarie portando l’avversario Bocci, uscito poi sconfitto dalle urne).
Il segretario provinciale del piddì, Dante Andrea Rossi, ha invece fatto sapere di non essere disposto ad accettare candidature con Rinnovamento se prima il sindaco non aprirà al Pd l’attuale maggioranza e che comunque il nome su cui convergere dovrà indicarlo il suo partito. Una sorta di ius primae noctis che il Pd non sembra in grado di poter avanzare, visti i recenti tonfi politici e i veleni che animano la segreteria di viale Trento e Trieste. Tant’è.
Mauro Luchetti, sentito al telefono, ha preferito non rilasciare alcun tipo di dichiarazione. Ma dall’entourage dell’imprenditore si viene a sapere che il presidente sarebbe pronto a spendersi per la città purché il comitato elettorale sia composto da rappresentanti di entrambi gli schieramenti. Più facile a dirsi che a farsi.
Forse Rossi e il piddì farebbero bene a ricordare il ‘manifesto’, meglio l’endorsement che Luchetti, da attento osservatore della società e della politica, aveva fatto lo scorso anno in favore di Cardarelli tramite le colonne di Tuttoggi.info. Quell’appello rimase nel vuoto e le elezioni si rivelarono una debacle totale per i dirigenti locali del partito di Renzi.
Il manifesto-appello al PD “scelga Fabrizio Cardarelli”
Un appello e un programma ancora valido, vista la disponibilità dell’imprenditore di spendersi per la città. E che lo stesso ha saputo mantenere anche fuori dalle stanze dei bottoni se si pensa alle iniziative legate al festival con i “Colloqui con Paolo Mieli” e più recentemente la chiusura dell’accordo con Telecom che entro il prossimo giugno cablerà l’intera città facendo di Spoleto la seconda smart city dell’Umbria, alle spalle solo di Perugia.
Ai democratici non resta che raccogliere quell’invito o lasciarlo cadere di nuovo nel dimenticatoio.
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