Da.Bac.
Della seduta del Consiglio Comunale tifernate del 10 marzo sono rimasti ancora gli echi della questione sulla trasformazione in autostrada della E45. L’assise (il primo CC a esprimersi sulla vicenda, dopo il via libera del Cipe) ha infatti deliberato il voto avverso all’ordine del giorno (la contrarietà alla suddetta modifica di questa importante arteria stradale), annunciando comunque una prossima seduta interamente dedicata all’argomento.
L’Odg appena citato, proposto da Valerio Mancini (Capogruppo Lega Nord), Roberto Colombo (Capogruppo IDV) e Cristian Braganti (Patto Civico per Castello), era stato presentato il 17 novembre scorso, debuttando in Consiglio Comunale già il 9 dicembre 2013. L’Amministrazione Comunale, allora, dopo varie discussioni nate dal fatto di discutere su dati non certi e progetti non ancora messi a disposizione delle Comunità Locali, decise e propose ai consiglieri contrari, nella stessa seduta dicembrina, di incontrare l’Assessore Regionale ai Trasporti Rometti per fare chiarezza (e poi magari poterne riparlare). Purtroppo però questo incontro del 26 febbraio scorso, presso il Comune tifernate, a detta dei tre firmatari dell’Odg, “procurò, su 10 domande poste, almeno 11 dubbi”. “Lo scopo del nostro Ordine del Giorno – dichiarano Mancini, Colombo e Braganti – era semplicemente rivendicare uno spirito libero dai condizionamenti 'Romani'; che la trasformazione della E45 in autostrada non rientra tra i desideri della maggior parte dei Cittadini Tifernati . E' per noi un grave errore che i nostri amministratori approvino la costruzione di quest’opera elefantiaca per l'Alta Valle del Tevere, consapevoli di tutte le perplessità sopra espresse”.
Il Consiglio di Lunedì 10 marzo, su questo argomento, non ha risparmiato argomentazioni povere e qualche mal di pancia. Lo stesso Alessandro Alunno, capogruppo della Sinistra per Castello, ha confermato coerentemente il suo “No” alla E45 come autostrada e nessun consigliere intervenuto si è dichiarato completamente convinto dell’opera. L’alone di perplessità era nell’aria.
Il pedaggio – Un’argomentazione forte su cui i tre firmatari dell’Odg si sono soffermati è la questione del pedaggio: “Le conseguenze della realizzazione di quest'opera costosissima e anacronistica saranno che i tifernati si ritroveranno a pagare un pedaggio altissimo ogni volta che vorranno raggiungere Perugia o le località a nord della città . La favola dell'esenzione dai pedaggi per i residenti non si regge in piedi e la Giunta lo sa benissimo. Lo stesso Assessore Regionale alle Infrastrutture e Trasporti Silvano Rometti ha ribadito di non aver mai parlato di esenzione, anche perché ‘è a Roma che si decide’”. Sulla questione pedaggio, dunque, sembrerebbe celarsi l'inganno maggiore per i cittadini. “Quello che è sempre stato gratuito diventerà a pagamento”. E ciò varrà per le famiglie, i pendolari, gli studenti e le imprese, sottoposti ad ulteriori spese. Mancini, Colombo e Braganti, che hanno calcolato 1800 euro annue di eventuali tariffe autostradali, prevedono addirittura un ritorno (scelta alternativa al pedaggio) alla vecchia Statale 3bis.
L’impatto ambientale e le possibili soluzioni- “Se questo non bastasse, aprire un cantiere decennale per allargare la E45 avrà un impatto ambientale violentissimo; basta leggere i dati impressionanti sulle nuove gallerie, viadotti e ponti , chiusura di vecchi accessi e apertura dei nuovi. Si mangerà nel suo percorso centinaia di ettari di terreno agricolo pregiato, a poca distanza dal Tevere, e non porterà alcun sviluppo per l'economia del nostro territorio”.
I tre consiglieri concludono: “Insomma non sarà trasformando la E45 in autostrada che si saneranno le condizioni pietose in cui versa questa importante arteria. Piuttosto si dovrebbe procedere in tempi rapidi alla sua messa in sicurezza e prevedere al più presto lo sfondamento a nord della FCU. Sono le uniche soluzioni per chi vuole fare gli interessi dei cittadini e non quelli degli appetiti dei costruttori, che vanno dirottati su opere realmente utili. Noi la E45 l’abbiamo già pagata ogni giorno con il nostro lavoro e con le tasse salate che versiamo ad uno Stato, che nella costruzione di opere pubbliche si legittima l’esistenza”.
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