Davide Baccarini e Alessia Chiriatti
Un giro di droga ingente, che copriva l'intero centro abitato tifernate, tanto da averne il monopolio, e organizzato in maniera capillare per mano di un 22enne della zona e di due altri suoi complici. Gli agenti del Commissariato di Città di Castello, coordinati dal Dottor Marco Tangorra e dall'Ispettore superiore responsabile della Squadra Anticrimine Maurizio Alessandrini, sono riusciti a smantellare questa “piramide dello stupefacente”, radicata nel territorio. Le indagini hanno preso il via a ottobre e si sono concluse alcuni giorni fa con l'emissione di una custodia cautelare.
I numeri – Si tratta di uno smercio totale di 8 kg di hashish, attraverso il quale gli agenti sono risaliti ai consumatori, tutti di età compresa tra i 16 e i 25 anni. Sono 25 in tutto gli indagati, gran parte dei quali assuntori della droga, che compravano anche 3-4 grammi per due volte a settimana dai tre componenti della “banda”. Il consumo era sistematico e continuato nel tempo.
La storia – Tutto è cominciato ad ottobre, quando venne arrestata R.S., nata e residente a Città di Castello, trovata a bordo della sua auto e colta in flagranza a spacciare. Dal primo arresto sono poi scaturiti importanti spunti investigativi, che hanno portato ad un altro arresto a novembre di M.L. di Gualdo Tadino, ma residente a Città di Castello: a lui sono stati trovati 40 grammi di droga, oltre a del denaro in casa. Le indagini sono state dunque utili a riscontrare la “collaborazione” con un'altra persona, capo dell'organizzazione: è lui, G. J., il 22enne, nato e residente a Città di Castello, su cui ora pende l'ordine di custodia cautelare. Particolare il fatto che il ragazzo sia stato arrestato senza che avesse con sè alcun tipo di sostanza. La custodia cautelare è stata emessa a seguito dell'attività investigativa, e grazie anche ai tabulati telefonici sequestratigli nel corso delle indagini.
La droga recuperata è di altissima qualità, con un principio attivo 4 volte superiore alla media, tanto che i magistrati al momento dell’arresto hanno definito la refurtiva “enoteca delle sostanze stupefacenti”. Il costo di conseguenza era altissimo: si parla anche di 20 euro al grammo. In casa del 22enne, ora agli arresti domiciliari, nella sua camera da letto, è stata ritrovata una serra artigianale, e un bilancino di precisione. La serra serviva a far germogliare le piante di marijuana ed era fornita di un foro per far passare il riscaldamento, un termometro, un impianto ventilazione, luci e materiale riflettente. Nella camera faceva crescere delle piante di peperoncino, forse proprio per provare la serra.
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